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Vini e territori

Quel Grillo nato a ridosso delle saline, la scommessa vinta dell’Azienda Agricola Rallo

24 Settembre 2013
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E’ un vino che ha il mare dentro.

Il Bianco Maggiore 2012 (prende il nome da un airone bianco e imponente che in primavera dal nord Europa sosta presso le saline di Trapani prima di ripartire per l’Africa) delle cantine Rallo è il miglior vino d’Italia per rapporto qualità/prezzo secondo i curatori della nuova edizione “Guida ai Vini d’Italia 2014” del Gambero Rosso. Un riconoscimento importante che focalizza l’attenzione sul grande patrimonio dei vitigni autoctoni siciliani e su una agricoltura sempre più ecosostenibile. Cercare di coniugare in maniera non antagonista il piacevole, il buono con il giusto è la filosofia che anima le cantine Rallo. Cento ettari di proprietà che dalla storica tenuta di Alcamo toccano Pantelleria, passando per Marsala (proprio a ridosso del mare), settanta quelli vitati nel rispetto dei valori tipici della moderna viticultura organica e disponibile, certificati in biologico.

“Il tentativo – afferma Andrea Vesco, direttore generale dell'Azienda Agricola Rallo – è quello di produrre vini che vengano proposti e consumati perché gradevoli in un contesto che guarda il futuro e l’agro ambiente nel quale viviamo. Le caratteristiche del Bianco Maggiore, prodotto da uve Grillo, sono molto particolari perché coniugano due principi apparentemente in antitesi ossia la sapidità e la mineralità. Caratteristiche queste che in un vino bianco, se escludiamo l’Etna, sono rintracciabili spesso nei vini delle regioni settentrionali italiane o in quelle mitteleurope. A queste note diverse si aggiungono quelle floreali e fruttate tipiche dei vini mediterranei. Questo vino testimonia come la viticultura solitamente percepita come un qualcosa fortemente legato alla terra possa essere in realtà un prodotto del mare. Lo stesso Grillo, infatti, coltivato lontano dalla costa trapanese assume caratteristiche diverse. Per un produttore è sempre importante ricevere un premio che offre sempre una grande visibilità nei confronti di un pubblico che si muove purtroppo in maniera fortemente orientata dai premi e dai riconoscimenti e con scarsa capacità di critica autonoma. I mezzi di comunicazione incidono in maniera decisa sui consumi”.

Rosa Russo