Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
La curiosità

Per i turisti la seconda cucina più buona al mondo dopo quella francese è l’australiana

22 Maggio 2014
australia australia

Conosciuta come la terra dei canguri oggi l’Australia si propone ai turisti con una nuova veste.

Secondo quanto rileva una ricerca condotta da Tourism Australia nel 2013 nei 15 principali mercati turistici del Paese, Italia compresa, il 60% dei viaggiatori che si spinge nel lontano continente è attratto da un’offerta enogastronomica tale da far guadagnare all’Australia un buon secondo posto al mondo, subito dopo la Francia e davanti l’Italia. L’idea dell’Australia come continente dalla forte influenza gastronomica è stata lanciata a Sidney, al pluripremiato ristorante Quay, in occasione della campagna “non c’è niente come l’Australia”.

Obiettivo della campagna è stato spiegare a quanti non hanno avuto ancora il piacere di scoprirlo che l’Australia, oltre al fascino dei suoi sconfinati territori, la bellezza mozzafiato dei suoi spettacolari paesaggi, con l’entroterra selvaggio, la costa lussureggiante e le spiagge incontaminate, è in realtà anche un’importantissima meta nella mappa mondiale dell’enogastronomia. Le eccellezze del food & wine australiani sono state celebrate inoltre a Roma in occasione dell’evento enogastronomico “I cugini dell’altro emisfero”.

Alla serata ha preso parte il simpatico e talentuoso chef Joe Di Cintio, co-proprietario di diversi ristoranti e Melbourne, che ha presentato un menù a base di carne e pesce australiani di prima qualità come il sashimi di ricciola con salsa agrodolce e gelatina di barbabietola, la torta d’agnello brasato e salsa di pomodori, capperi, uvetta e pinoli, e il filetto di manzo Grain Fed con purè di radice di pastinaca, una sorta di carota bianca.

“Mio padre è nato a Pescara e mamma a Lipari, in famiglia siamo un cocktail – ha detto lo Chef Di Cintio – e questo si riflette anche a tavola. L’Australia è un Paese di molte culture, e nella cucina moderna è forte l’influenza asiatica come quella italiana. La fortuna per noi cuochi è lavorare con grandi allevamenti, in mare e di terra”.

E se da una parte la cucina del lontano continente attrae fan della portata del campione olimpico di nuoto Massimiliano Rosalino o della cake designer Toni Brancatisano dall’altra trova qualche dissenso.

“La porchetta de canguro un ma’ magno – afferma scherzosamente Alessandro Pipero Direttore di Pipero al Rex, una stella Michelin a Roma. Penso che non esista la cucina migliore del mondo in assoluto – prosegue Pipero – esiste piuttosto la cucina territoriale. L’Italia ha venti regioni ed è come se avesse venti stati, ogni regione potrebbe dire la sua e potremmo abbracciare mezzo mondo”.

Alessia Davì