Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 128 del 27/08/2009

IL PRODOTTO Vecchio purceddu

27 Agosto 2009
meloneverde meloneverde

IL PRODOTTO

Nuovi mercati per il melone prodotto ad Alcamo, uno dei frutti più antichi della Sicilia e presidio Slow Food. Da ottobre sarà nei supermercati di Piemonte, Lombardia e Liguria. E a Savona nasce anche una confettura

Vecchio
purceddu

L’orgoglio degli agricoltori trapanesi in uno dei frutti più antichi di Sicilia. Ecco il melone purceddu d’Alcamo,  presidio Slow Food, più comunemente conosciuto come melone d’inverno. Un prodotto tutto isolano, ma che nonostante il periodo di crisi mette il naso oltre i confini siciliani.


Le esportazioni riguardano soprattutto il nord Italia grazie ad alcune convenzioni con società che commercializzano prodotti agricoli e la Svizzera come Paese estero. “Dai primi di ottobre – dice Nunzio Bastone, responsabile del presidio Slow Food  – aderiremo a delle piattaforme Slow Food in Piemonte, Lombardia e Liguria e con dei corner dedicati ai presidi approvvigioneremo 18 supermercati e 5 ipermercati. Sempre da ottobre grazie a nuovi accordi riusciremo a far arrivare il melone purceddu fino in Germania, un mercato che riteniamo interessante”.  Il melone d’inverno, che contiene solo 28 calorie in100 grammi di prodotto, si presta anche come ottimo ingrediente per gelati e tradizionali granite. “Ma la vera novità – dichiara Nunzio Bastone, responsabile del presidio Slow food – è rappresentata dalla confettura che facciamo realizzare a Calizzano in provincia di Savona. La bellezza di questo prodotto consiste nell’essere privo di pectina o addensanti. La confettura è realizzata con solo zucchero di canna e frutta”.
Non male, nonostante le difficoltà legate alla crisi e alle condizioni meteorologiche.  “Quest’anno – aggiunge Bastone  – le alte temperature hanno un po’ danneggiato la raccolta. Abbiamo avuto delle perdite che si aggirano fra il 5 e il 10% che comunque non dovrebbero incidere irrimediabilmente sulle entrate”.  Nulla di preoccupante per un prodotto tanto antico da fare la sua comparsa nelle fonti storiche a partire dal IV secolo a. C. quando lo storico Diodoro Siculo lo citava tra le coltivazioni presenti nell’Isola ed in particolare nel Trapanese e nel Palermitano. Ogni anno se ne producono circa 1000 quintali minacciate però dai grandi grossisti campani che acquistano dagli agricoltori di Sicilia per rivendere sui mercati di Napoli spacciando il ricercatissimo prodotto come produzione propria. Il melone d’inverno ha forma ovale e buccia verde e rugosa e la polpa bianca diventa più buona e dolce con il passare del tempo. Una volta raccolti i meloni, infatti, non sono immediatamente commestibili perché al 50 % del grado zuccherino. I frutti vengono messi in reti in plastica ed appesi uno per uno in magazzini in legno per evitare la formazione di marcescenze. Saranno pronti per i consumatori solo per i primi di ottobre quando i produttori li selezioneranno per calibro e tipologia e cominceranno la distribuzione che si protrarrà fino a gennaio.

Piera Zagone