Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 147 del 07/01/2010

IL PRODOTTO La Francia snobba il tonno rosso

07 Gennaio 2010
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IL PRODOTTO

È stato messo al bando nei 475 ristoranti e alloggi “Relais et Chateaux”. Una scelta ecosostenibile di 160 chef

La Francia snobba
il tonno rosso

Tonno rosso al bando, da quest’anno, in tutti i 475 ristoranti e alloggi “Relais et Chateaux” in Francia e nei 55 Paesi dove la rete vacanziera del lusso è presente. Ad abbracciare questa scelta ecosostenibile sono i 160 grandi chef, attivi in tutti e 5 i continenti, che hanno firmato un atto di impegno proposto dallo chef Olivier Roellinger, uomo che, con le sue proposte a base crostacei e pesca ha contribuito al mito della Bretagna quale meta per turisti gourmand.


A partire dal primo gennaio il tonno rosso dell’Atlantico e del mediterraneo non viene più servito a tavola nella catena internazionale. Questa decisione, si legge su “Le Monde”, è stata presa all’unanimità, in occasione dell’ultimo congresso, a novembre a Biarritz, di questa associazione alberghiera che ha nominato presidente Jaume Tapies, albergatore, e vicepresidente proprio lo chef bretone Roellinger. «In 20 anni, l’80% degli stock di tonno sono scomparsi», sottolinea il cuoco di Cancale nel ricordare che nel mondo ci sono circa 50mila sushi-bar. «Occorre poi sapere -  continua lo chef che ottenne 3 stelle Michelin nel 2006 – che i tonni, una volta catturati, sono nutriti con farina di pesce. E per ottenere un chilogrammo di tonno, occorre pescare 15 esemplari, sovente pescati senza regole da battelli che con le reti a strascico ‘spazzano’ e rovinano la pesca locale sulle coste del Senegal e dell’America del Sud. Se non diventiamo proattivi, non ci sarà più pesce da cucinare».
Nella Carta sottoscritta gli chef si impegnano a non servire non solo il tonno rosso, ma anche tutte le specie minacciate da attività di pesca non rispettose dei periodo di fermo per consentire la riproduzione. «Finora – conclude Roellinger – abbiamo privilegiato i pesci che si conservavano meglio di altri. Il nostro impegno adesso andrà per la riduzione della filiera che vede ora impiegare anche dieci giorni tra il giorno della pesca e quello in cui questo gustosa materia prima finisce sul piatto».

C.d.G.