L'ITINERARIO
L'inaugurazione della riserva naturale Monte Altesina, nell'Ennese, è l'occasione per conoscere un paesaggio unico che ispirò i geografi arabi. Ma anche un luogo per conoscere legumi, olive e frutta unici nel loro genere
Leonforte, natura e lenticchia nera
Il taglio del nastro inaugurale è avvenuto pochi giorni fa alla riserva di monte Altesina, ultimo gioiello naturalistico gestito dall’Azienda Regionale Foreste demaniali, ma da sempre questa oasi naturalistica è un fiore all’occhiello della provincia ennese.
Si trova proprio al centro della Sicilia, in una provincia che vanta il più alto numero di laghi e riveste un’importanza notevole non solo per il relitto di lecceta che qui si spinge fino ad altezza limite, ma anche per una necropoli con tombe a forno di età del ferro e del bronzo. Ma monte Altesina, principale vetta dei monti Erei, è soprattutto noto perché fu lo spartiacque geografico voluto dagli Arabi. Non appena conquistata la Sicilia, gli uomini della Mezzaluna fertile fecero della vetta del monte, (1192 mt) il punto trigonometrico principale della Sicilia da cui partì la suddivisione in Val di Noto, Val di Mazara e Valdemone. La Riserva da gustare. Oggi alla riserva si guarda come volano di sviluppo e progresso per le popolazioni di Nicosia e Leonforte, comuni in cui insiste. Oltre agli operai forestali impiegati per recuperare la vecchia masseria Altesinella e a quelli impegnati per la gestione ordinaria dei boschi di eucalipto, leccio, pino e roverella ci si attende un incremento dei dati occupazionali dall’agricoltura e dal turismo. È un mix che ha parecchie carte da spendere perché il comprensorio offre parecchie tipicità.
La fava di Leonforte. A cominciare dalla fava di Leonforte, una fava larga, grossa, coltivata per un’estensone di 50 ettari. Con essa si prepara un macco delizioso, antico cibo dei minatori, ai quali il piatto, conservato in vasi di coccio, forniva il giusto contributo di proteine e vitamine per affrontare una sfiancante giornata di lavoro sottoterra. La fava è così grossa che un baccello ne contiene appena due semi. Le aziende ennesi propongono tanto la fava secca, in eleganti confezioni, quanto il macco già bell’è pronto, a cui va aggiunta poi la pasta corta. La fava di Leonforte è un presidio Slow food.
La lenticchia nera. Non stupitevi di vedere un legume nero come il carbone: è la lenticchia nera degli Erei, che deve il suo colore proprio al tegumento. Ma il sapore è più ricco e corposo della lenticchia tradizionale, il che la rende adatta alla preparazione di sofisticati piatti. È coltivata spesso vicino ai campi di fava, in piccoli appezzamenti. Pochi anni fa stava per scomparire e se non fosse stato per la tenacia di pochi agricoltori questa cultivar oggi apparterebbe alla storia dei sapori perduti.
La pesca tardiva. Leonforte non è famosa solo per la famosa gran fonte con 24 cannoli, ma anche per la sua pesca tardiva. Coltivata su circa 150 ettari, la pesca tardiva di Leonforte si distingue da altre cultivar simili per la capacità di entrare in maturazione più tardi. Normalmente la pesca tardiva arriva sul mercato a settembre, ma talvolta arriva fino a novembre. Grazie alla tecnica dell’insacchettamento, che consiste nel foderare ogni singolo frutto entro giugno preservandolo così da attacchi parassitari, è possibile consegnare al mercato un prodotto biologico, dall’intenso profumo e dalla polpa succosa. Anche la pesca di Leonforte è un presidio Slow Food.
Oliva. Nel comprensorio sono coltivate le varietà Moresca, Biancolilla e Nocellara dell’Etna. Si produce un ottimo olio che si sposa magnificamente tanto per la carne e il pesce quanto per il consimento di verdure e zuppe. Discreta anche la produzione di olive da mensa, trattate in salamoia o con sale secco.
Piacentinu ennese. È un formaggio di latte ovino, preparato a crudo, con l’aggiunta di zafferano e pepe nero. Ma questo prodotto merita un approfondimento. Ne riparleremo.
Alcuni consigli:
Dove mangiare: Agriturismo Oasi Basciana – Contrada Basciana (Nissoria, vicino Nicosia)
Dove dormire: Agriturismo san Giovannello a Villarosa; Baglio san Pietro; Villa Pietralunga (strada Castagna)
Dove comprare prodotti tipici: Azienda Contrada Bozzetta, Leonforte
Mario Pintagro