Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 64 del 05/06/2008

L’INCHIESTA Tutti pazzi per le bollicine

04 Giugno 2008
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    L’INCHIESTA

bollicine64_hp.jpgDove nascono, le leggende e i metodi utilizzati. Dalla scoperta dell’abate Dom Pérignon alla passione e alla sensualità del vino più famoso di tutti i tempi

Tutti pazzi
per le bollicine

Ospite discreto di una serata romantica, immancabile nelle occasioni che contano, fresco e leggero compagno di aperitivi, fin dalla sua nascita è stato sinonimo di festeggiamento, parliamo del vino spumante.

Quella della festa più che una scelta è una vocazione, lo champagne, infatti, il più famoso tra i vini spumanti, nasce come vino dei Re. Nella cattedrale di Reims, comune francese nella regione dello Champagne Ardenne, venivano celebrate le incoronazioni dei re di Francia, da Ugo Capeto a Carlo X. Il vino di quelle zone era offerto ai regnanti europei che accorrevano in quelle prestigiose occasioni, e veniva regalato.
Fin da allora le bollicine esercitano un fascino particolare, in una bottiglia possiamo trovare sensualità, passione, entusiasmo, charme, il romanticismo e l’intesa. Tutto merito delle bollicine, ma da dove arrivano e perché hanno questo effetto? La tecnica della spumantizzazione nasce in Francia proprio nello Champagne Ardenne, fu un abate benedettino Dom Pérignon, nel 1670, nell’abbazia d’Hautvillers vicino ad Épernay a scoprire lo strano effetto prodotto dalla rifermentazione dibollicine_dentro64.jpg zuccheri e lieviti. La nascita di questa tecnica si confonde tra storia e leggenda. Una versione afferma che lo champagne è nato per errore durante il processo di vinificazione di alcuni vini bianchi. Lo scoppio di alcune bottiglie, fece allarmare i monaci che lo soprannominarono “vin du diable”, in realtà non si trattava di un maleficio ma della scoperta della “presa di spuma”. Secondo un’altra versione l’abate, per rendere più gradevole il vino prodotto, vi aggiungesse in primavera dei fiori di pesco e dello zucchero, tappando successivamente la bottiglia con tappi di legno di forma tronco-conica; quando stappò si accorse che veniva fuori della spuma. Oggi i metodi di produzione degli spumanti sono due: il metodo classico, che corrisponde al metodo champenois francese, consiste in una lentissima fermentazione in bottiglia e in un lungo affinamento del vino in presenza dei suoi lieviti e delle sue fecce. Più la fermentazione è lenta più sottili e fini e numerose e persistenti saranno le bollicine (il perlage), ogni sei mesi avviene lo sbancamento, in cui le bottiglie vengono nuovamente agitate, trascorso il periodo di maturazione abbiamo il rémuage l´eliminazione della feccia dalla bottiglia attraverso attenti movimenti del polso, eliminate le fecce le bottiglie si trovano nella posizione di punta con il tappo rivolto verso il basso.
Il secondo metodo, Charmat o Marinotti, utilizza grandi autoclavi con passaggio finale in bottiglia quando il prodotto ha raggiunto la pressione voluta. Per ottenere vini d´eccellenza si utilizzano vitigni come il Pinot Bianco, nero o lo Chardonnay per gli spumanti secchi, per quelli dolci si utilizzano vitigni aromatici e il vino base viene sottoposto a trattamenti particolari per mantenere dolce il mosto.
Oggi il consumo dello spumante non è più riservato a una stretta elite, entra sempre più nelle case nelle sue varie tipologie, ne abbiamo per tutti i gusti per iniziare un pasto e per finirlo. Le bollicine danno un piacere unico fatto di leggerezza, danno alla testa, facilitano la risata e ne basta poco per sentire un piacevole stordimento.

Ciro Frisco