Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 19 del 26/07/2007

IL PRODOTTO/2 Meglio Tardivo che mai

25 Luglio 2007
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    IL PRODOTTO/2

Annata difficile per questo mandarino unico nel suo genere. Il vento di scirocco ha danneggiato buona parte del prodotto, bruciandolo mentre stava crescendo. Il mandarino_1.jpggrido d'allarme lanciato dal consorzio di tutela

Meglio Tardivo
che mai

Mai come stavolta l'auspicio è meglio Tardivo… che mai. Perché il gran caldo che nell'ultimo mese sta imperversando su gran parte dell'Italia, sfiancando uomini e donne, ha pure compromesso i raccolti agricoli.

mandarino_2.jpgE a Palermo, in uno dei pochi lembi di verde ancora risparmiati dalle colate di cemento, lo scirocco non sta avendo pietà di un prodotto, che è anche presìdio Slow food, il mandarino tardivo di Ciaculli, appunto, così denominato per la borgata in cui è stato scoperto e per l'epoca della maturazione, posteriore rispetto alle varietà comuni. È un grido d'allarme, quello che si leva dal Consorzio, una realtà che raggruppa oltre cento aziende agricole dell'area dove si coltiva il Tardivo: «Lo scirocco ha danneggiato buona parte del prodotto, letteralmente bruciandolo mentre stava crescendo», afferma il presidente Giovanni D'Agati. giovanni_dagati.jpgGià, perchè il Tardivo, che si raccoglie da gennaio in poi, durante queste settimane aveva prima completato la fioritura e ora era entrato nel periodo della cosiddetta «allegaggione», quella – per intenderci – che dà progressivamente le sembianze di frutto. Un processo in parte interrotto bruscamente dal gran caldo. Risultato, come spiega D'Agati: «Il raccolto sarà inevitabilmente più povero rispetto agli altri anni». Non è un caso, quindi, che già sia partita la richiesta di calamità naturale. E un sopralluogo dell'ispettorato provinciale all'agricoltura ha confermato che i motivi per stare in ansia ci sono tutti. Ma chi pensa che gli agricoltori della zona siano rassegnati, si sbaglia, e pure di grosso.
«Faremo di tutto per limitare i danni», dice D'Agati, che parla con la stessa intraprendenza che ha fatto da «seme» alla nascita del Consorzio «Il Tardivo di Ciaculli». Una realtà che cresce impetuosamente, come testimoniano i due milioni e 200 mila chili di mandarino prodotti lo scorso raccolto. Anche se per un «decollo» definitivo occorre soddisfare almeno un paio di condizioni: «Anzitutto aspettiamo il nuovo capannone che ci dovrebbe essere assegnato nell'area industriale di Brancaccio – afferma D'Agati -. Poi sarebbe l'ora che le istituzioni valorizzassero sul serio la vocazione agricola del nostro territorio. Da parte del sindaco di Palermo, ad esempio, un messaggio in tal senso potrebbe essere il mantenimento di una sua promessa: la nomina di un consulente specifico per far crescere la nostra realtà territoriale, economica e ambientale».

Filippo Pace