Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 1 del 22/03/2007

LE PROSPETTIVE: Più sinergie tra cantine

22 Marzo 2007
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    LE PROSPETTIVE

Per molti anni direttore dell’Istituto Vite e Vino ora guida l’Assovini Sicilia
“Più sinergie tra cantine”
Parla Elio Marzullo: “Troppe aziende piccole, poca cultura d’impresa:
ecco i nostri punti deboli”
 
Promuovere la qualità dei vini siciliani, impegnarsi affinché il comparto diventi sempre più oggetto di progettualità ed impresa, potenziare le esportazioni.

marzullo.jpgSono i principali obiettivi di Elio Marzullo, da novembre consigliere delegato di Assovini Sicilia, che rappresenta circa 66 aziende vitivinicole dell’Isola. Marzullo per 25 anni è stato dirigentedell’Istituto nazionale per il commercio estero, ha lavorato in Olanda e in Belgio, dove ha istituito la prima enoteca italiana ufficiale all’estero.
Dopo aver lasciato l’istituto, ha assunto la carica di direttore generale dell’Istituto regionale vite e vino fino al 2003. Adesso la sua nuova scommessa. Con quale spirito portata avanti?
“Con motivazione – commenta -. E soprattutto col desiderio di spingere per una politica che guardi all’impresa come soggetto capace di favorire sviluppo e occupazione”.Il settore ha mostrato segni di crisi. Che scenario c’è in Sicilia?
“La Sicilia è la regione italiana con il più elevato patrimonio viticolo, con oltre il 17% del totale nazionale. Ma per quanto concerne l’export è darilevare che, a fronte di una produzione di vino che rappresenta un buon 15% della produzione nazionale, la quota siciliana non supera il 3% delle esportazioni italiane del comparto. La crescita dell’export  è condizionatan sia da fattori esterni, come la concorrenza internazionale, l’evoluzione della domanda, sia da fattori endogeni, ed in  primo luogo le performance della Regione cui è demandato il compito di definire le politiche strategiche regionali del settore”
Quali sono i punti di forza del comparto in Sicilia?
“Un ambiente denso di attrazioni paesaggistiche e storiche, il forte appeal dei vini siciliani sui mercati nazionali e su alcuni mercati esteri, la grande attenzione del mercato alle produzioni tipiche, le ricerche in corso per migliorare ed ampliare il ruolo dei vitigni autoctoni” Quali sono invece i punti deboli?
“La presenza di aziende ancora piccole e vulnerabili, la piccola proprietà contadina molto diffusa, la mancanza di strategie commerciali adeguate ad affrontare un mercato in forte evoluzione, l’esubero annuale di almeno due milioni di ettolitri di vino sfuso, vino soprattutto ottenuto dalla varietà di uve più diffusa, il Catarratto”.

Gaetano La Mantia

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