E il limone siciliano resiste alla crisi
Uno dei punti di forza della produzione agrumicola siciliana, fino a qualche tempo fa protagonista assoluto dei mercati locali, anche per lui si è cominciato a parlare di crisi. È il limone, spodestato, negli ultimi anni, dalla globalizzazione che ha portato con sé l’invasione di limoni provenienti dalla Spagna, dall’Egitto, dalla Turchia, dal sud America e dal Nord Africa. Purtroppo una storia comune a molte produzioni tipiche dell’Isola, ma che fa ancor più impressione dal momento che, quella del limone, rimane tutt’oggi una produzione florida e di qualità e milioni di kg di limoni non riescono a raggiungere la nostra tavola. Ma lo scorso anno, un’inaspettata inversione di tendenza in quello che sembrava, per il limone siciliano, un inesorabile destino. Il crollo della produzione di agrumi all’estero ed un nettissimo aumento della richiesta di limoni siciliani con il conseguente esaurimento, in brevissimo tempo, di tutta la produzione. Una ventata di ottimismo anche per il guadagno dell’agricoltore, 1 – 1,10 euro al kg contro i canonici 30 centesimi. La causa, una serie di congiunture sfavorevoli a livello mondiale, dovute anche al cambiamento climatico e sopratutto a crisi economiche, a cui il nostro limone ha invece saputo resistere a testa alta, rimanendo sempre il prodotto d’eccellenza quale è. Un episodio anomalo, ma anche un piccolo e straordinario successo, che testimonia come attorno a questo straordinario frutto ci sia una filiera di produzione di altissimo livello diretta da esperti ed appassionati che non hanno mai smesso di investire risorse e speranze, affrontando con coraggio una lotta che già da tempo si dimostrava difficile.
M.L.