Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 81 del 02/10/2008

IL PRODOTTO Leccornie d’autunno

01 Ottobre 2008
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    IL PRODOTTO

funghi81_hp.jpgMigliaia le specie di funghi censite in Sicilia. I porcini si possono trovare nel bosco della Ficuzza, a Castelbuono ma anche nell’Agrigentino. Grandi quantità e varietà anche a Floresta, nel Messinese

Leccornie
d’autunno

L’autunno è alle porte e se per molti è l’estate il periodo dell’anno più atteso, per i fungaioli è proprio questa la stagione più ambita. Dopo il calore dell'estate, infatti, con le prime piogge, il sottobosco si risveglia e con esso i miceli sotterranei, cioè le “piante” dei funghi.

quadro_funghi_81.gifTanti, sembrerebbe strano a dirsi, considerate le temperature, sono i funghi che si possono trovare in Sicilia. Uno studio del 2004 dell’Università di Palermo sulla biodiversità fungina nella provincia del capoluogo dell'Isola ha censito più di mille specie di funghi. Gli appassionati di questi gustosi prodotti del sottobosco aumentano ogni anno nella nostra regione: signore giovani e meno giovani, professionisti e studenti, accomunati dall'amore per i boschi, le passeggiate nel verde e dalla cultura dell'ambiente. Tutti alla ricerca di sentieri meno battuti per la raccolta di porcini, ovuli, prataioli, pleurotus e funghi di ferla.
Chi volesse approfittare dell'autunno 2008 per dedicarsi a quest'ecologico passatempo, prenda nota: nella nostra regione sono diverse le specie fungine che possiamo trovare e portare in tavola. Il Boletus Aeurus è un boleto che cresce solo nel Mezzogiorno. In Sicilia i porcini si possono trovare nel bosco della Ficuzza, a Castelbuono, a Santa Maria del Bosco in provincia di Agrigento tra Sambuca e Contessa Entellina, o sulle Madonie e sui Nebrodi. Famosa per la varietà e quantità di funghi che vi crescono è la zona di Floresta nel Messinese. Ma, in generale, sono tanti i funghi – come il Prataiolo, l'Amanita Cesarea cioè gli ovuli, il Chiodino, i Lattari, le Russule, i Tricholomi o la Macrolepiotea Procera (le “mazze di tamburo”) per citarne solo alcuni – in cui ci si può imbattere passeggiando nei nostri boschi. Senza dimenticare quelli velenosi come la famigerata Amanita Phalloides o il Boletus Satanas.
Il fascino di addentrarsi all'alba in un bosco – solo a quell'ora è possibile scovare nell'umidità del sottobosco i miceti – è ineguagliabile: le luci, i rumori, il canto degli uccelli, la penonbra degli alberi suscitano emozioni che valgono da sole anche una gita “senza bottino”. Tutti dovrebbero provare quest'esperienza almeno una volta. Oltre a una buona dose di saggezza e un po' di attenzione, chiunque può andare per funghi. Se fino a pochi anni fa, in Sicilia la raccolta dei funghi era un'attività libera e senza regole, ora è disciplinata da una legge regionale che stabilisce, tra le altre cose, il rilascio di un tesserino di autorizzazione alla raccolta dopo aver frequentato un corso base di educazione ambientale e avvicinamento al mondo dei funghi. A Palermo questi corsi sono tenuti da tutte le associazioni di appassionati. Se avete conseguito il tesserino o se accompagnate un amico che ce l'ha già, munitevi di un cesto di vimini, un bastone per inerpicarsi in posti poco battuti e un coltellino, quello adatto è dotato di uno spazzolino ad un’estremità per spolverare i funghi dai residui di terra (i funghi non si lavano, dicono). E ricordate di non andare a funghi con sacchetti di plastica o contenitori ermetici: non perché esiste un galateo fungino ma per permettere alle spore di ricadere sul terreno consentendo la ricrescita dei funghi. Se non siete degli esperti, non fidatevi mai delle apparenze (i funghi più belli sono quasi sempre i più velenosi secondo l'esperienza di molti e la legge di Murphy), è buona norma portare sempre le “prede della caccia” al laboratorio dell'Ausl per il controllo della commestibilità o alle associazioni micologiche autorizzate alla semplice cernita che potranno indicarvi che funghi avete raccolto.

Junio Tumbarello