Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 133 del 01/10/2009

L’INTERVISTA/2 Vignaioli indipendenti cercansi

01 Ottobre 2009
CostantinoCharrere CostantinoCharrere

L’INTERVISTA/2

Già 500 gli iscritti alla Fivi, l’associazione creata da Costantino Charrère. “Vogliamo tutelare i nostri territori e stabilire un dialogo fra chi fa vino e gli enti locali”

Vignaioli
indipendenti
cercansi

Alla guida dell’Associazione dei vignaioli indipendenti, un personaggio che non passa inosservato nella vitivinicoltura nazionale, Costantino Charrère (nella foto), produttore della Valle d’Aosta che si è distinto negli anni per i suoi eccellenti vini, blasonati e riconosciuti da tutte le guide ma soprattutto per la sua caparbietà, il forte legame con il territorio e la vigna.


Da  poco più di un’ anno opera  nell’interesse della categoria ed in particolare delle migliaia di piccole aziende sparse in tutta Italia, dove il numero delle bottiglie prodotte o l’ampiezza della superficie vitata, non sono parametri di forza o decisionali, ogni socio infatti ha diritto soltanto ad un voto, indipendentemente dai numeri, un esercito che attualmente conta 500 iscritti e che sembra destinato a crescere.

Che significa “Vignaioli indipendenti”?
“Il termine ‘Vignaioli indipendenti’ significa  organizzazione di viticoltori italiani, specifica di filiera,  in grado di rappresentare e rivendicare a tutti i livelli, la propria volontà di impresa, senza dover mediare questa posizione con la volontà imprenditoriale di altri settori economici diversi dalla viticoltura”.

Chi aderisce alla vostra associazione?
“Possono aderire le aziende vitivinicole, ditte individuali o società agricole organizzate, che esplicano al loro interno le tre funzioni, non una esclusa, di gestione del vigneto e  raccolta dell’uva, di vinificazione e imbottigliamento, di commercializzazione del vino in tal modo ottenuto. Le aziende devono anche operare, per quanto riguarda l’organizzazione amministrativa e fiscale, nel regime agricolo definito di prevalenza per quanto riguarda l’utilizzo di prodotti acquistati da terzi. Possono aderire aziende  commerciali, le cantine cooperative, ad eccezione delle piccole cooperative agricole”.

Qual è la vostra attività?
“Lo scopo principe della Fivi è rappresentare la visione della realtà imprenditoriale di settore, non essendovi altro modo per lo Stato per essere informato, se non quello di ascoltare l’associazione che rappresenta i vignaioli italiani. La nostra attività tutela e a valorizza presso gli enti locali il lavoro del vignaiolo e l’imbottigliamento del vino all’origine. La missione è finalizzata alla  valorizzazione  e alla tutela dei territori e al mantenimento della centralità del vignaiolo e del suo lavoro in questi territori, vero patrimonio italiano”.

Quali gli obiettivi?
“Il principale obiettivo è costruire con il legislatore il nostro presente e il futuro di vignaioli. Un altro obiettivo è di far crescere la consapevolezza verso gli operatori del settore che solamente facendo sistema si ottengono dei risultati importanti”.

Progetti per il futuro?
“In funzione della crescita che auspichiamo, anche economica, potremo strutturarci in maniera più organizzata e funzionale con sede e uffici permanenti, per poter lavorare meglio”.

Gianni Giardina