CIBO & STORIA
L’imperatore ne andava ghiotto e pensava lo aiutassero a declamare meglio le sue poesie
I porri di Nerone
Nerone, imperatore romano, fu il quinto ed ultimo imperatore della dinastia giulio-claudia. Governò dal 54 fino alla sua morte, nel 68.
Figlio adottivo di Claudio, che aveva sposato in seconde nozze sua madre Agrippina, ne sposò la figlia Ottavia. Nei primi cinque anni di regno, sotto l'influenza della madre e del filosofo Seneca, si procurò la fama di sovrano mite e giusto, ma dal 59 cominciò a dare segni di stravaganza, esibendosi nel circo e in teatro e comportandosi sempre più come un monarca assoluto orientale. Si macchiò di vari delitti, uccidendo Agrippina, Ottavia e la seconda moglie Poppea. Accusato di aver provocato l'incendio che devastò Roma nel 64, ne incolpò i cristiani. E fu proprio per l’incendio di Roma che si lega il nome di Nerone a numerose ricette flambés della cucina italiana.
Ma non solo fuoco. L'imperatore romano fu soprannominato il porrofago perché era ghiotto di porri che utilizzava in gran quantità per schiarirsi la voce. Conosciuti fin dall’antichità, i porri erano degustati da Nerone quotidianamente accompagnati da olio di oliva, per curare la propria voce e prima dei concerti. Ne andava pazzo, perché credeva che mangiarli in quantità gli permettesse di declamare le sue poesie al meglio.
Porri gustosi
Ridurre i porri in grossi pezzi e farli lessare in acqua con l’aggiunta di un po’ d’olio. A fine cottura mangiare i porri, accompagnati da pepe, aceto, olio, uova sbattute e da una salsa di garum. Per esaltare il sapore fare addensare tutti gli ingredienti sul fuoco.
Gamberoni flambes
Ingredienti: 6 gamberoni, 6 fette di pancetta, 5 cucchiai di cognac
Procedimento: pulire i gamberoni, lavare ed asciugare bene. Avvolgere i gamberoni in una fetta di pancetta, mettere in forno molto caldo, quando la pancetta è dorata, togliere, aggiungere il cognac e portare in tavola. Dar fuoco al sugo con un fiammifero prima di servire.
Carla Fernandez