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Vino della settimana

Farfalla Rosè di cantina Ballabio

01 Giugno 2024
L'etichetta del Farfalla Rosè L'etichetta del Farfalla Rosè

Ci troviamo a Casteggio, nel cuore dell’Oltrepò Pavese, una delle migliori aree italiane per la coltivazione del Pinot Nero, vitigno che qui ha trovato un habitat ideale grazie al clima temperato con elevate escursioni termiche e ai suoli ricchi di marne, calcare e gesso. Ballabio nasce nel 1905 per volontà di Angelo Ballabio, uomo che inseguiva il sogno di produrre uno spumante da sole uve Pinot Nero che fosse in grado di confrontarsi con i migliori Champagne di quel periodo. Notevoli furono i progressi negli anni successivi, a tal punto che nel 1931 il principe Emanuele Filiberto, duca d’Aosta, nominò Angelo Provveditore della Real Casa con autorizzazione a fregiarsi delle insegne ducali. Più tardi il testimone passò al figlio Giovanni che condusse le attività fino al 1975, anno della sua scomparsa. Non essendoci eredi, l’azienda fu acquistata dalle famiglie Nevelli e Mariotti. Oggi alla guida troviamo Filippo, Mattia, Alfio e Nicolò Nevelli, fratelli e cugini che si sono specializzati sempre più nella realizzazione degli spumanti Metodo Classico, portando avanti una precisa idea di stile, territorio e qualità.

I vigneti, coltivati in biologico (anche se manca la certificazione), si estendono complessivamente per 45 ettari. In essi troviamo principalmente Pinot Nero e poi Chardonnay. Annualmente vengono prodotte circa 100 mila bottiglie. Sono 4 le etichette che compongono la gamma, tutte denominate “Farfalla”: un Extra Brut, uno Zero Dosage, un Rosè e il Cave Privée. Il loro nome deriva dalla forma di un vigneto posto nella parte alta della collina di San Biagio, ai confini del comune di Calvignano. Nei primi anni le uve utilizzate per il Metodo Classico provenivano esclusivamente da questa parcella che forniva risultati qualitativi di valore assoluto. Attualmente vengono utilizzate anche altre vigne, sempre di notevole livello, ma il nome del vigneto Farfalla è stato conservato.

Ci è piaciuto molto il Farfalla Rosè, uno spumante che non esitiamo ad inserire tra i migliori nella sua tipologia in Italia. E’ fatto con Pinot Nero cento per cento proveniente da vigneti con età media di 20 anni, situati in alta collina su suoli poveri di natura calcarea nei comuni di Casteggio, Lirio e Montecalvo Versiggia. La vendemmia viene effettuata manualmente in piccole cassette. La vinificazione prevede pressatura soffice delle uve intere e successiva fermentazione a temperatura controllata di circa il 50 per cento del mosto fiore (viene utilizzata solo la parte migliore, il “cuore della cuvée”). Non viene svolta la malolattica. Il vino ottenuto affina sui propri lieviti in vasche di acciaio inox fino a primavera. Successivamente viene assemblata la cuvée, che nel caso dello spumante da noi degustato (edizione denominata Collection n° 12) è composta per l’80 per cento da vini della vendemmia 2021 e per il 20 per cento da vini di riserva. La spumantizzazione prevede un tiraggio con lieviti selezionati in azienda e un affinamento in bottiglia di almeno 30 mesi. La sboccatura è seguita da altri 2 mesi di evoluzione. Per quanto riguarda il residuo zuccherino, siamo sui 5,5 grammi per litro (si tratta di un extra brut).

Nel calice il Farfalla Rosè si presenta di colore rosa salmone con un perlage fine, abbondante e persistente. Ha un naso elegante nel quale nitidi profumi di piccoli frutti tra cui spiccano fragola di bosco e ribes sono affiancati da una sfumatura floreale e da note agrumate che regalano freschezza alla parte più ricca e matura. C’è un’armonia che nasce dalla riuscita combinazione di definizione, garbo e giusta intensità. Intriga ancor di più il palato, vivo, agile, equilibrato, ben calibrato nella consistenza e dotato sia di una progressione energica e regolare che di morbidezza e di una certa avvolgenza. Sapido e molto lungo il finale. Davvero piacevole, appagante e mai difficile da bere. Può essere abbinato ad antipasti e primi a base di molluschi e crostacei, salmone, secondi di pesce, tartare di tonno o carpaccio di manzo. Inoltre, grazie alla sua versatilità, vi permetterà di sperimentare nuovi accostamenti secondo i vostri gusti e la vostra fantasia.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

Ballabio
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