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Il prodotto

Dalla Sicilia arriva la pasta fatta con la cicerchia

02 Luglio 2014
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La sua scommessa è iniziata dodici anni fa, quando il suocero, ormai stanco, gli ha consegnato un bicchiere contenente le ultime cicerchie rimaste, frutto di una coltivazione che andava indietro nel tempo, fino al 1846.

Da quel bicchiere, lui ha ricavato sei chili di cicerchie e da allora non si è più fermato. Vito Sanclemente gestisce a Buseto Palizzolo in provincia di Trapani, insieme con l'infaticabile moglie Maria Carmela, l'azienda agricola biologica U Timpuni> (la collina, in dialetto) inserita nel circuito del Gal Elimos, che si occupa della valorizzazione delle aree rurali dell’agro-ericino.

Il suo impegno, in questi anni, è stato quello di far rinascere una coltivazione anticamente parecchio diffusa nell'entroterra della Sicilia occidentale, quella della cicerchia, oggi quasi del tutto scomparsa. “Un tempo questo legume era molto utilizzato nella cucina contadina perché rappresentava un pasto povero ma sicuro, dato che riesce a crescere anche in condizioni estreme – racconta – ma poi, via via, la sua coltivazione è stata abbandonata in favore dei ceci, meno difficili da raccogliere e più veloci da cuocere”.

All’inizio è stata dura perché era difficile vendere un legume dimenticato, sconosciuto ai più. Ma Vito e la moglie non si sono dati per vinti e, tra fiere e mercati, hanno spiegato che la cicerchia ha un elevato contenuto di proteine, amido, vitamine B1, B2, PP, calcio, fosforo, fibra alimentare e oligoelementi. Che viene consigliata in oligoterapia nutrizionale, nei disturbi della memoria, nei casi di affaticamento cerebrale, astenia generale. Hanno recuperato vecchie ricette e spiegato come cucinarla. L’hanno fatta assaggiare a minestra, col riso, con peperoni e salsiccia. L’hanno cotta, condita e venduta chiusa in barattoli pronti all’uso. “Così la gente ha cominciato ad interessarsi al prodotto, a fare domande sul suo utilizzo, a mangiarla”, dice Vito.


Vito Sanclemente nel campo di cicerchie

Oggi l’azienda U Timpuni produce all’incirca 30 quintali di cicerchie all’anno, piantate, coltivate e raccolte da Vito e selezionate a mano, una per una, da Maria Carmela, prima di finire nei sacchetti da mezzo chilo. Le migliori arrivano sulle tavole imbandite, quelle con qualche imperfezione diventano cibo per gli animali.

Ma le sperimentazioni non sono finite e, da qualche tempo, ha messo sul mercato anche la farina di cicerchie, con la quale, ad esempio, si possono fare delle panelle gourmet e, recentemente anche la pasta, una vera innovazione da acquistare, ottima per gli intolleranti al glutine perché fatta solo con farina di cicerchie e una piccolissima percentuale di olio. Si amplia così la rosa di paste e farine alternative. 

Clara Minissale

 
U Timpuni
Via Antonino Alberti 31 – Buseto Palizzolo (Tp)
Tel. 0923/851197
http://www.utimpuni.it/