Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
L'esperimento

Cena accompagnata dalle grappe

21 Aprile 2011
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A Palermo da dieci anni svolge intensa attività una sezione dell’Associazione Nazionale Assaggiatori di Grappe

L’ANAG ha tra i suoi compiti: ricercare, tutelare e diffondere i valori tradizionali della grappa; divulgarne l’apprendimento dell’arte dell’assaggio;

valorizzare, nelle diverse forme del bere consapevole, nella gastronomia e nelle occasioni sociali, l’unico ed esclusivo distillato tipicamente italiano, che ormai viene prodotto con notevole qualità e  successo anche dai distillatori siciliani.
Dal 2001 la sezione di Palermo, per i propri soci e per gli amici che desiderano un approccio consapevole al distillato di vinaccia, organizza eventi di assaggi e approfondimenti, spesso uniti a momenti di piacere gastronomico e/o culturale.
L’ultimo evento conviviale ha avuto come tema “Ricotta e Grappe”. E’ stata una interessante sfida: in una cena tutta con portate a base di ricotta è già abbastanza difficile individuare i vini che bene si possano accompagnare alla delicatezza e alle sensazioni grasse che il latticino conferisce. E allora si è deciso di forzare la sfida esasperandola e sperimentando un ardito accostamento con le grappe.
Nei locali del bar Oriol, dove spesso la sezione si riunisce, il proprietario e socio Maurizio Consiglio ha proposto un antipasto di fritti vari, delle cupolette di ricotta fresca mantecata farcite rispettivamente con cavolfiore (broccolo in palermitano), radicchio stufato, speck ; per i primi: penne rigate con ricotta e spinaci e casarecce con carciofi e ricotta; a seguire tre sformati di pasta sfoglia ripieni di ricotta condita con salame piccante, con prosciutto e noci, con champignon. Per dessert, data la vicinanza con la ricorrenza di San Giuseppe, non poteva mancare la classica sfincia con crema di ricotta.
Per la riuscita di piatti a base di un’ingrediente dagli aromi e dal gusto delicati come la ricotta è fondamentale la scelta di un’ottima materia prima, che è stata fornita dal Caseificio Filpi di Santa Cristina Gela. Corrado Filpi, docente universitario di microbiologia in recente pensione, ha trasferito la sua competenza, aggiungendovi una grande passione, nell’attività del suo piccolo caseificio dove lavora il latte del suo allevamento di ovini e capre. Realizza pecorini e caprini, di particolare consistenza e ridotta salinità, nonché l’eccellente ricotta di pecora dall’equilibrato sapore e dalla struttura finissima.
Le tre grappe, gentilmente fornite dalla  distilleria “Conte Alambicco di Sicilia”, erano della linea Danzantica: Grillo, Syrah, Nero d’Avola. Il distillato di grillo, dai sentori netti, fini, fruttati di pesca, con un notevole equilibrio al palato e retrogusto di frutta secca è stato abbinato agli antipasti.
La grappa di nero d’Avola, dai profumi di piccoli frutti rossi e di rosa, in bocca armonica, con finale di leggera mandorla amara, è stata accostata ai primi. Con gli sformati è stata servita quella di syrah, che odora di fiori e di ciliegia e dalla bocca calda e potente. Una grappa invecchiata e morbida sarebbe stato il miglior connubio con il dessert; in sua mancanza si è lasciato ai conviviali la scelta dell’abbinamento con le precedenti. Questa volta non ci soffermiamo sulla qualità e bontà del cibo, per altro notevoli, ma commentiamo l’ardito accoppiamento.
I commensali sono rimasti molto favorevolmente impressionati dalla capacità delle grappe di abbinarsi perfettamente al cibo. Per la sua potenza alcolica il distillato non viene condizionato, influenzato dai sapori del mangiare, cosa che può avvenire col vino se non si indovina un corretto abbinamento. D’altra parte la grappa pulisce perfettamente la bocca e nello stesso tempo se è di grande qualità e di ottimo equilibrio, come nel nostro caso, non travolge il gusto in quanto i suoi sapori ed aromi sono nel complesso delicati.
Qualche ospite, non avvezzo alla grappa, inizialmente non si era convinto a gustarla; poi per curiosità l’ha provata ed apprezzandola nell’audace abbinamento è tornato a riempire i piccoli calici da degustazione.
Qualcuno potrebbe obiettare che i circa 40 gradi delle grappe possano influenzare la lucidità dell’avventore e innalzare pericolosamente il tasso alcoolico del sangue.
In realtà, proprio per l’alto grado, l’alcool si fa sentire prepotentemente per cui bastano piccolissimi sorsi per soddisfare il bisogno e il piacere del bere.
Alla fine, sempre se si è bevitore consapevole, si saranno introdotti solamente pochi centilitri di distillato, potendo quindi affrontare serenamente la dura legge dell’etilometro.
Provate per credere.

Giovanni Paternò