Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Taormina Gourmet 2015

“L’alba del vino” di Attilio Scienza: “Vi racconto dov’è nato tutto”

02 Novembre 2015
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(Lorenza Scianna, Attilio Scienza e Fabrizio Carrera)

Il professor Attilio Scienza l’ha definita “Alba del vino”. E forse titolo non poteva essere più azzeccato, perché Scienza, ospite del Taormina Gourmet, ripercorre con precisione la storia della Georgia, dalla formazione dei suoli, alla presenza della vite e del vino in Anatolia. 

Dalla Vitis vinifera sylvestris, spontanea, dioica, che si propagava per seme, generando grande variabilità intervarietale, alle prime forme di addomesticazione, in cui l'uomo interagisce con la vite, la protegge, la seleziona e la propaga per talea. Dobbiamo indietro nel tempo di circa 10 mila anni.
A fare “da spalla” a Scienza, Lorenza Scianna, enologo di Fondo Antico.
Nel corso del convegno, fotografie di paesaggi, usi e costumi del popolo, hanno fatto da sfondo ad interessanti riflessioni sui risvolti che, il lungo periodo di presenza Sovietica, ha avuto sulla viticoltura del luogo. La ricchezza del germoplasma viticolo in Caucaso, nel tempo, è stata smagrita e in parte dimenticata. Oggi, in seguito ad un'attività di recupero e propagazione, l'Università di Milano, ha restituito alla Georgia il suo patrimonio genetico varietale, racchiuso in una collezione che ospita oltre 400 vitigni.

“Probabilmente – dice la Scianna – i confini in cui si è trovato il popolo georgiano, la mancanza di confronti e incroci con altre culture, hanno mantenuto inalterate le tradizioni popolari e, tra queste, i sapori della tavola e le antiche tecniche di vinificazione”.  
Le immagini illustrano alberi di nocciolo svuotati, che fungono da pigiatrici, i Kvevri, anfore in creta per la vinificazione, dove il vino fermenta e affina insieme alle bucce anche oltre sei mesi. Questa tecnica, usata sia per le uve a bacca bianca che nera, caratterizza molto, al colore, all'olfatto e al gusto il vino ottenuto. Si tratta di lunghe macerazioni in cui, i processi di estrazione e diffusione dei composti della buccia e dei semi, arricchiscono il vino in polifenoli, dal colore al tannino. La Regione in cui si pratica fedelmente questa tecnica è quella del Kakheti, nella Georgia orientale. Dal 2013 la tecnica tradizionale di vinificazione kakheziana è Patrimonio dell'Unesco.

E per l’occasione, ai presenti, sono stati fatti degustare quattro vini georgiani.

Ecco le note di degustazione
Nina Ananiashvili “St Helen 2010”
Kisi 100% anfora. Ce lo aspettavamo così, un orange. Giallo dorato con riflessi che virano dal rame all'orange. Consistente. Naso tipico, al primo impatto ossidativo da acetaldeide segue un sentore dolce di mela cotta, un bouquet che ricorda un distillato. Il tipico vino che arricchisce le tavole georgiane. In bocca mantiene vivacità acida e tannica, di buona qualità.
 
Winivera “Kisi 2011”
Kisi 100% anfora. Tipico anche questo, più giovane di un anno del precedente in tutte le sue espressioni. Il colore è un bel giallo dorato carico tendente all'orange. Mediamente consistente.
Note di agrumi giungono intensamente al naso, spaziando dal cedro, al bergamotto, ai fiori d'arancio, una sensazione di pulito che ricorda quasi la lavanda. Fa da base un avvolgente sentore di miele e ancora note di mela verde. In bocca è fresco, con un nervo tannico che ancora concede lunga vita al vino. Leggera nota acerba e amara, peccato di gioventù a cui diamo poca importanza.
 
Nina  Ananiashvili “St.Gregory 2008”
Saperavi 70%,Cabernet Sauvignon 30% vinificato in acciaio. Colore rosso rubino tendente al granato. Il naso è dominato dai sentori terziari: cuoio, tabacco, nota ematica, prugna cotta. Accennati sentori animali e vegetali. Mediamente consistente. La beva è sapida e tannica, un tannino di buona qualità che risulta ancora da integrarsi al corpo del vino. 
 
Winiveria Saperavi 2008
Saperavi 100% anfora. Rosso rubino carico. Colpisce l'olfatto con sentori di frutti rossi, intessuti a note resinose, speziate e pepate che lo rendono complesso e profondo. Note di Goudron. Accattivante anche al palato risultando elegante, fine e piacevolmente tannico.

C.d.G.

ALCUNE IMMAGINI DELLA DEGUSTAZIONE