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Taormina Gourmet 2016

Torrevento e la scommessa con il territorio “Ora il biodistretto per biologico e biodinamico”

16 Ottobre 2016
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(Francesco Liantonio e Daniele Cernilli – ph Vincenzo Ganci)

Un antico monastero del 1700 a Corato, nel cuore del parco dell'Alta Murgia,è la sede della cantina Torrevento. Un'azienda a impatto zero, la prima ad aver imbottigliato il Nero di Troia in purezza nel 1992. Sono circa 500 gli ettari gestiti, 250 ettari di proprietà, oltre 90 sono destinati alla produzione di quello che è considerato il vitigno principe in quel territorio. 

“La nostra è una scommessa con il territorio, il prodotto e l'uomo”, ha affermato Francesco Liantonio il patron di Torrevento. Il Nero di Troia era considerato un vitigno spigoloso, ma se addomesticato e seguito nell'affinamento dona grandi risultati. “Vogliamo creare con la supervisione di un organismo di tutela un biodistretto per creare una selezione di vigneti allevati in biologico o in biodinamico”, dice Liantonio.

Il Vigna Pedale, una delle etichette più importanti, è stato protagonista di una interessante verticale guidata da Daniele Cernilli alias Doctor Wine.“Il terroir è la somma delle caratteristiche del vitigno, va considerato nel suo contesto – ha affermato Daniele Cernilli -. Il Nero di Troia è una via di mezzo tra l'Aglianico e il Nerello Mascalese”.
In degustazione le annate: 1997/2003/2009/2012/2013.
 
I vini degustati e alcune note:
Il 1997 ha fatto vinificazione in cemento. Il colore è granato cupo, al naso note balsamiche di china, sono assenti quelle ossidative. Il tannino è smussato, elegante e molto persistente.
 
Il 2003 è stata un'annata calda, non facile per l'enologia italina. Il vino ha fatto affinamento in barriques, è pronto, si avvertono note di liquirizia, speziate e di china. Ha più calore alcolico rispetto al precedente. Il colore è un granato scuro dai riflessi marroncini.
 
Il 2009 ha fatto affinamento in botti di rovere di Slavonia da 50 ettolitri. E' stata una annata calda, non come la 2003. Al naso note speziate, di mirtillo, la china è una costante. E' un vino giovane che può evolvere a livello olfattivo fino a superare quella del 1997.
 
Il 2012 è la prima annata prodotta dopo il riconoscimento della DOCG. Il colore ha perso di tono, al naso sentori di frutta cotta, di prugna, sembra una crostata di frutta. Il tannino è evidente, più verde rispetto al 2009.
 
Il 2013 è un'anteprima, non ancora in commercio. Ha un colore rosso granato con riflessi violacei. Sentori di frutto croccante, fresco, meno caldo si avverte più il tannino che l'acidità a causa dell'escursione termica.
 
Nell'ordine i migliori sono stati 2013, 2009 e 1997.

Annalucia Galeone

ALCUNE IMMAGINI DELLA DEGUSTAZIONE