Cibo e Libertà.
Su questi due fronti da cui dipende il futuro dell'uomo Carlo Petrini riflette nell'ultimo libro edito da Giunti e Slow Food Editore. Esce oggi nelle librerie. Centododici pagine in cui parla di storie di gastronomia per la liberazione. “Il cibo potrà renderci liberi se tornerà a essere il nostro cibo, in tutti i modi esistenti e immaginabili, secondo le diverse culture e inclinazioni. Perché cibo è libertà”, dice il fondatore di Slow Food, in prima linea nel movimento per il diritto al cibo, il diritto all’acqua e alla salvaguardia della biodiversità. “La nostra meta comune – ribadisce – è la liberazione dai gioghi, l’uscita dalle gabbie più scandalose: le disuguaglianze, le oppressioni, gli scempi che si perpetrano sull’ambiente e sulle persone”. I
Nel libro Petrini riporta fatti concreti, raccontando i successi già raggiunti in molti luoghi del mondo, colpiti dalla speculazione agroindustriale e dall’impoverimento, ottenuti da Slow Food e dalla rete di Terra Madre. Esempi concreti di lobby positive che hanno dimostrato di potere influenzare le grandi agenzie della governance mondiale. A testimonianza di questo percorso fatto di traguardi raggiunti ci sono le storie con protagonista il lavoro svolto dai piccoli contadini, le produzioni tradizionali, l’educazione alla qualità del cibo sotto la bandiera del “buono, pulito e giusto” e il programma della “gastronomia liberata”. Petrini accompagna il lettore nella individuazione di quella strada necessaria per riconciliare gli esseri umani alla Terra e affrancarli dalla piaga della fame e dalla vergogna della malnutrizione.