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Cucì, l’enoteca si trasforma in laboratorio creativo

16 Dicembre 2013
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Quando un enologo, un produttore di vino, un architetto e un professionista della ristorazione decidono di unire competenze ed estro ai fornelli, l’alchimia che ne deriva non può che essere manna dal cielo per i buongustai.

Ha un che di miracoloso, perché così è tutto ciò che nasce dall’amicizia, e sa tanto di “casa”. Succede da Cucì, a Palermo. Più che enoteca è una fucina creativa. 

Il progetto lo firmano due veterani del mondo del vino siciliano, Stefania Lena, enologa nell’azienda vinicola di famiglia Abbazia Sant’Anastasia a Castelbuono, Giuseppe Natoli di Fatascià, insieme a Camillo Internicola  e sua moglie Alessandra Laterza. Lo hanno messo su e ci hanno lavorato insieme ininterrottamente per mesi, con la cassetta degli attrezzi in una mano e il secchio di vernice nell’altra, con l’idea di un format che mettesse al centro le persone. Questo entusiasmo lo si avverte appena si entra, l’atmosfera ne è intrisa, ogni dettaglio lo descrive.

La sensazione è quella di entrare, appunto, a casa di amici. L’architettura evoca una caffetteria parigina o newyorkese ma l’energia è quella siciliana, ricorda all’ospite che è lui il protagonista di una nuova realtà. Il locale, cambia formula durante il giorno. Offre la “colazione della nonna”, con le brioche e le torte fatte in casa preparate da Elisabetta Allegra, irrinunciabili. Prelibatezze per chi vuole godersi la mattinata in modalità “slow”. 

A pranzo propone specialità di casa rigorosamente “daily”. Il pomeriggio regala il relax con una selezione di tè e cioccolate calde accompagnate da biscottini e dolcetti.  La sera stuzzica con pietanze della tradizione da abbinare alle birre artigianali e ai vini che spiccano sugli scaffali, etichette siciliane e di altri territori d’Italia e del mondo, piccole cantine e grandi nomi, da Les Cretes a Bonavita, da a Braida, a Fontanafredda a Terlano. Ed è anche un piccolo bazar, dove potere acquistare cioccolata artigianale, conserve, i mieli dell’Ape Nera Sicula, presidio Slow Food, di Carlo Amodeo e tante altre specialità.

Tutto ciò che si mangia da Cucì è genuino e fresco. Una garanzia tangibile, perché la lista della spesa viene fatta giorno per giorno. Nel piatto ovviamente la conferma schiacciante. Sappiamo quanto il gusto di una pietanza preparata in casa differisca da quello di una consumata fuori, i sapori inevitabilmente cambiano. Da Cucì, no.  Il sugo di maiale, il braciolone, o la “pasta incaciata” (una variante di pasta al forno tipica di Palermo) è esattamente quello che da sempre assaporiamo a casa nostra. La ragione sta nelle materie prime, sempre di stagione e del territorio, tra cui anche i presidi Slow Food. A partire da quelle base, come le uova delle galline che scorrazzano per laTenuta Abbazia di Sant’Anastasia, dove si produce vino a regime biodinamico all’interno del Parco Naturale più grande dell’Isola.

Le ricette sono un inno alla tradizione. Non si segue altro in cucina e ognuno è “specializzato” in qualcosa. Stefania, tolta la veste di enologa la ritroviamo provetta panificatrice, usa grani antichi come il Bidì. E' una maestra negli stufati e nelle zuppe. Da guinnes dei primati per bontà, la sua zuppa di patate al vino rosso con castagne e, in ex aequo, il tacchino al mandarancio sfumato con il Cognac, con polpa di loti, lavanda e nocciole. Un'altra sfiziosità sono le girelline di farina di castagna che farcisce con mousse di robiola e mosto cotto.


Tacchino al mandarancio

Barbara Riccco, fidata collaboratrice, applica ad ogni pietanza tutto il rigore e il genio creativo dell’architetto, dai risotti alla pasta, dai sughi ai più svariati e succulenti secondi. È figlia d'arte, i componenti della sua famiglia sono tutti cuochi, unica pecora nera che ha scelto, per un momento della sua vita, il tavolo da disegno ma poi il sangue, non mentendo, l'ha riportata sulla 'retta' via. Degni di nota gli gnocchetti al sugo di maiale con la ricotta fresca.


Gnocchetti al sugo

Camillo, con il suo temperamento infaticabile e vulcanico, in cucina è il jolly, si diletta a preparare i piatti della memoria, tra cui anche il tiramisù.


Camillo mentre prepara il tiramisù

Un trio ben collaudato che mette tanta gioia in ciò che fa. Ma in cucina non sono i soli protagonisti, anche amici o semplici appassionati che vogliono proporre e condividere i loro cavalli di battaglia possono cimentarsi ai fornelli del locale. Ed è questa una delle formule innovative di Cucì.


Patrizia, vincitrice della gara, e Marco Romano durante la premiazione

Proprio in occasione di Santa Lucia, il 13 dicembre scorso, è avvenuto il debutto di questo sharing con il contest lanciato in collaborazione con Streat Palermo Tour, il progetto di promozione dello streetfood panormita ideato da Marco Romeo. Cinque signore hanno preparato nel locale la propria variante di arancina al ragù sottoponendosi al giudizio della giuria di “esperti”. 

Manuela Laiacona


Cucì Enoteca Creativa 
Via Salvatore Marchesi, 9
Palermo 
Tel. 091 5075057
Chiusura: mai 
Carte di credito: tutte tranne American Express