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Best in Sicily 2012

Due-tre cose che so sui premiati Best in Sicily 2012

14 Gennaio 2012
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di Fabrizio Carrera 

Ogni anno, per giorni e giorni discutiamo sui premiati Best in sicily. Anche questa volta ci siamo ritrovati a discutere a Cronache di Gusto i candidati al premio di quest’anno.

Non vi nascondiamo che è un lavoro divertente. Ci piace scovare personaggi, prodotti, storie, che rappresentano l’eccellenza enogastronomica della nostra Sicilia. E così in questo articolo vi racconto due-tre cose che sappiamo sui premiati.

Partirei dal miglior produttore di vino di quest’anno, Massimo Padova, ovvero mister Riofavara, da Ispica. Alla fine sul suo nome siamo stati tutti concordi. Ci piace il suo lavoro di vignaiolo, ci piacciono i suoi vini, ci piace la sua giusta dose di umiltà nel rapportarsi con il territorio e con il vigneto, con il clima e con il mercato. Lode personale al Marzaiolo, un bianco che consiglio a tutti.

Il miglior produttore di olio è la famiglia Cutrera di Chiaramonte Gulfi. A loro siamo arrivati dopo una degustazione alla cieca che ha messo a confronto varie etichette di olio extravergine d’oliva. Per noi una splendida conferma perché su cinque edizioni di Best in Sicily, alla categoria olio, ben 3 aziende premiate vengono dalla provincia iblea.

Il miglior produttore di formaggio è Raffaello Maugeri, che con il resto dei familiari gestisce Casalgismondo, ad Aidone, e produce un Piacentinu che parla di territorio, di tradizione, di qualità come pochi in Sicilia.

Il migliore bar è una chicca per gli amanti del caffè e dell’aperitivo, il filo conduttore di chi cerca qualità in questi luoghi di accoglienza. Palumbo, a Milena, nella Sicilia profonda risponde a questa categoria.

La migliore pasticceria è quella di Maria Grammatico ad Erice, nel trapanese, un monumento della Sicilia del gusto. Per chi conosce questo mondo, Maria Grammatico ha bisogno di poche presentazioni: i suoi dolci, dalle paste di mandorla alle cassatelle, sono un faro della Sicilia più buona.

Il miglior fornaio è Nazareno Tusa, un uomo cocciuto ed estroverso: produce, ormai tra i pochi, un pane di Monreale profumato e saporito ottenuto da lievito madre. Assaggiare per credere.

Chi ha mangiato la pizza de Il Grande Pino di Sant’Agata di Militello, nel messinese, l’ha definita in una sola parola: spettacolare. Materie prime e manualità sono il segreto della miglior pizzeria Best in Sicily 2012 dove immaginiamo c’è lo zampino della famiglia Campisi, proprietari dell’Antica Filanda, per noi sinonimo di eccellenza.

Torniamo nel ragusano a Chiaramonte Gulfi per premiare il miglior macellaio Massimiliano Castro, il Chiaramontano: buonissima la sua carne, buonissimi i suoi salumi, tra cui segnaliamo quelli d’asina, ormai un must per raffinati gourmet.

Il miglior albergo anche quest’anno in provncia di Catania: soffice, profumata e avvolgente accoglienza allo Shalai Resort di Linguaglossa. Un sorprendente palazzo storico trasformato in una dimora che coccola i suoi avventori grazie alla bravura dei cugini Pennisi.

Ci spostiamo in America, in California, per premiare il miglior ambasciatore siciliano del gusto nel mondo: Piero Selvaggio, titolare del Valentino a Los Angeles, un modicano di razza, che ha fatto e fa conoscere agli americani più vippaioli del pianeta il volto della Sicilia più buona. Un grande “ambasciatore” il cui ristorante compie quest’anno 40 anni di vita.

E come miglior Comune per l’offerta enogastronomica sul territorio quest’anno abbiamo un ex equo: il premio va ai sindaci di Castiglione di Sicilia e Randazzo, due territori del vino ormai importantissimi. Senza offesa per nessuno, se oggi il vino siciliano ha un cuore, batte nelle campagne di questi due centri etnei.

E infine il miglior ristorante, last but not least, il premio tra i dodici che più vuole tracciare il solco. Sono talenti che, ne siamo certi, daranno grandi soddisfazioni alla Sicilia. Sul podio del 2012 I Pupi di Bagheria di Tony e Laura Lo Coco. Lei in sala che, con mal celata maestria, accoglie e gestisce il rapporto tra i desideri dei clienti e i piatti della cucina; lui, tra i fonelli, è un mix di grande manualità e di grande conoscenza della materia prima. Mangiare nel loro locale è puro divertimento.

Aspettiamo i dodici protagonisti a Castel Utveggio, il 24 gennaio, sarà una festa per tutti.