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Pubblicato in Il vino della settimana il 24 Aprile2021

di Federico Latteri

Quartomoro di Sardegna è l'azienda dell'enologo Piero Cella e della moglie Luciana Baso.

Nasce ad Arborea in provincia di Oristano nel 2011 come cantina didattica, una sorta di laboratorio nel quale le idee si fondono con l'esperienza per portare in bottiglia le peculiarità dei vari territori della Sardegna attraverso i vitigni autoctoni, sia quelli più conosciuti che quelli rari che vengono custoditi con molta cura. Si cerca l'autenticità di espressione, senza eccessi, mirando a esaltare i tratti distintivi delle uve sarde.

(Piero Cella e Luciana Baso)

Vengono prodotti vini da diversi terroir dell'Isola, esclusivamente dai vitigni autoctoni. Abbiamo quindi una moltitudine di varietà come Bovale grande, Monica, Cannonau, Carignano, Vermentino, Nuragus e Semidano, solo per citarne alcune, coltivate nei luoghi appropriati che vanno dal Campidano (alto e basso) alla Nurra, al Sulcis, al Nuorese e al Mandrolisai.

I vigneti aziendali si estendono per 11 ettari, di cui circa metà di proprietà e metà in affitto con un progetto che prevede di acquistare sempre più parcelle negli anni. Si pratica un'agricoltura rispettosa della natura, del paesaggio e delle tradizioni. La gamma di etichette, molto varia, a nostro parere centra i pieno l'obiettivo di fornire una fedele e variegata rappresentazione delle tipicità della Sardegna.

E' composta da diverse linee: Orriu, Memorie di Vite (comprendente vini da vitigni rari e vecchi vigneti), Bollicine e Intrecci di Vite con i blend di vitigni sardi. Annualmente vengono fatte circa 50 mila bottiglie. Degustiamo il BVL Memorie di Vite 2018, un rosso di chiara impronta territoriale. E' fatto con uve Bovale grande (detto anche Bovale di Spagna) provenienti da due vigneti ad alberello situati nell'Alto Campidano, non lontano dalla costa, nell'area di Marrubiu e Terralba.

Il più giovane è stato piantato nel 1988 ai piedi del monte Arci, su un terreno misto argilloso e sabbioso con disfacimento di ossidiana. L'altro, più piccolo, è composto da viti franche di piede di oltre 90 anni di età che crescono su un suolo sabbioso. Le rese si attestano intorno ai 50 quintali per ettaro. Il Bovale grande è una varietà a bacca nera importata in Sardegna dagli Spagnoli e va distinto dal Bovale piccolo o Bovaleddu. La sua diffusione è molto limitata, circa una trentina di ettari che si trovano soprattutto nel Terralbese.

Questa rarità probabilmente è dovuta al fatto che i vini ottenuti da vecchie vigne ad alberello con bassa produzione riescono ad esprimere bene le potenzialità del vitigno, mostrando buone concentrazioni polifenoliche e ricchezza di estratti, al contrario di quello che accade se si impiegano metodi di allevamento moderni come la spalliera. In quest'ultimo caso si hanno prodotti diluiti con evidenti limiti in termini di carattere e identità. La vendemmia viene effettuata manualmente in cassette entro la seconda decade di settembre, quando il Bovale raggiunge la maturazione. La vinificazione prevede pigiatura, diraspatura e fermentazione per mezzo di lieviti indigeni a temperature inferiori a 30 gradi centigradi con 7 giorni di macerazione e follature manuali. Il vino affina 6 mesi in acciaio e barrique almeno di quarto passaggio. Prima della messa in vendita sono previsti 6 mesi di permanenza in bottiglia.

Nel bicchiere il BVL 2018 si presenta di colore rosso rubino abbastanza carico tendente al granato. Un bouquet dai profumi intensi ci svela subito una personalità strettamente legata ai luoghi di provenienza: frutta rossa matura, prugna disidratata e sentori di macchia mediterranea sono accompagnati da spezie dolci e da un piacevole tocco marino. In bocca è fresco, ben bilanciato e sapido, soprattutto in chiusura. Ben levigati i tannini. Il gusto si caratterizza per la buona presenza di note fruttate e per la netta mineralità. Bevetelo con piatti a base di carne rossa, salumi saporiti e formaggi stagionati.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

Quartomoro di Sardegna
Via Dino Poli, 33 - Arborea (Or)
T. 346 7643522
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
www.quartomoro.it

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