Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 166 del 20/05/2010

LA NOVITA’ Pentola antica fa buon brodo

20 Maggio 2010
Rossana_Giacalone_Caleca Rossana_Giacalone_Caleca

LA NOVITA’

La storica azienda di cercamiche Caleca sta riscoprendo le “pignate” di una volta. La titolare: “Il nostro obiettivo è rilanciare il made in Sicily”

Pentola antica
fa buon brodo

Biologico e tradizione. È il leit-motiv della cucina di oggi. E per rispondere a questa esigenza l’azienda storica siciliana di ceramiche, Caleca, sta “rispolverando” le sue “pignate”. Le vecchie pentole che usavano le nonne insomma, che permettono una cottura lenta dei cibi nel nome della genuinità.

Un ritorno agli antichi fasti quando già nell’Ottocento le stoviglie in ceramica della città di Patti, dove sorge l’azienda Caleca, erano vendute in tutto il Mediterraneo: “Voli essiri di Patti la pignata pi fari la minestra sapurita”, si diceva e lo ricordano proprio i Caleca sul loro sito.
“Ci stiamo ancora lavorando”, svela Rossana Giacalone Caleca, moglie del diretto discendente del fondatore dell’azienda, Gaetano Caleca, della quale costituisce oggi il cuore propulsivo. Dopo una intensa attività di avvocato penalista infatti, Rossana decide di rilevare il marchio di famiglia e fonda la Caleca Italia srl: “Il mio obbiettivo – afferma – è rilanciare la produzione delle ceramiche made in Sicily”. E l’intento sembra riuscito, 135 oggetti diversi esportati in tutto il mondo che si caratterizzano non solo per i decori ma anche per la robustezza. E’ proprio Gaetano Caleca a dimostrarcelo durante una visita all’azienda. E lo fa in maniera molto pratica: sbattendo contro due piatti. Neppure un graffio è il risultato, “ottenuto grazie alle argille utilizzate provenienti dalla nostra Sicilia”, spiega Gaetano Caleca. Ma c’è anche una chicca che ci svela Rossana, “durante un convegno in Abruzzo, – racconta – Sergio Basti disse: ‘le uniche cose scampate al forte sisma nelle case sono stati i piatti Caleca’”. Le ceramiche dell’azienda messinese si distinguono poi per i colori: “Rigorosamente atossici – spiega Rossana – e che sono il frutto di nuovissime ricerche. Colori tenui che personalizzano qualsiasi nostro oggetto”. E poi, largo alla creatività: “Dentro ogni pezzo fatto a mano ci sono l’abilità, la disciplina, l’estro e la fantasia di chi l’ha fabbricato e anche un po’ del suo cuore e della sua anima”. Ma la mente di Rossana non si ferma qui, il connubio imprenditoria/mecenatismo è il suo filo conduttore tanto da aver avviato collaborazioni con vari istituti di Design industriali di numerose facoltà di Architettura in tutta Italia. L’ultima si sta svolgendo tra l’ateneo palermitano e quello di Reggio Calabria.

Sandra Pizzurro