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Pubblicato in Qui Puglia il 27 Aprile2012

Al rientro da una gita scolastica a notte fonda, Franco Di Filippo (allora era nel pieno dell’adolescenza), mentre indossa il pigiama viene sorpreso dal padre il quale gli dice che ha sbagliato vestiti esortandolo a mettere quelli da campagna, perché di lì a poco si sarebbe andati in vigna.

L’ordine paterno scatta alle 4.30 del mattino, tempo in cui ci si appresta a cominciare un nuovo giorno di duro lavoro, come vuole il calendario del contadino. Questo è il ricordo rimasto più vivido nella memoria del piccolo produttore di Trani. Un aneddoto del passato che ama raccontare e che ci dice molto sul perché sia diventato uno dei rappresentanti più accaniti del Moscato Reale. La sua è una storia di resistenza nella Doc più piccola d’Italia, la Moscato di Trani, una quindicina di ettari incastonati sulla fascia adriatica settentrionale della Puglia, parte esigua, o sopravvissuta, di un’areale anticamente esteso, convertito in anni recenti a produzione di uva da tavola.


Franco Di Filippo

La sua realtà conta circa 15.000 bottiglie ed è interamente dedicata al varietale, nella sua veste tradizionale dolce e adesso, dopo il battesimo ricevuto al Vinitaly, in versione Metodo Classico e Pas Dosé. Solo due e mezzo gli ettari coltivati, nelle contrade Fondola e Duchessa d'Andria, nell'agro di Trani. I segni della lotta per difendere una tradizione che affonda le radici nell’anno mille, quando Trani era base commerciale dei mercanti di Venezia, sono tanti, dal sistema di allevamento, al nome stesso dei suoi vini, al manifesto cui ha aderito. E’ stato, infatti, il primo produttore di Puglia ad essere entrato a far parte del movimento dei Vignaioli Indipendenti. “La forza e il futuro del comparto stanno nel fare squadra - ha spiegato Di Filippo -. Ho deciso di aderire perché dobbiamo far valere i nostri diritti dinnanzi alla Commissione Europea, che purtroppo ascolta solo i grandi industriali e non i piccoli produttori che comunicano il territorio, che tentano di difendere un tesoro inestimabile e che formano una parte importante del settore vitivinicolo”.

Resistere per lui significa rimanere “fossilizzato” sul suo vitigno, non ha la minima intenzione di contemplarne altri o  di espandere la sua proprietà. Sarebbe la forma più efficace per difendersi nel mercato e dall’appiattimento delle identità, come sostiene: “Tutto è oggi standardizzato nel gusto, tutto è omogeneo, vino californiano, cileno, ed anche italiano, dobbiamo purtroppo dire, se ci sono produttori che vanno a piantare in America. La parola globalizzazione non fa che danneggiare le espressioni del territorio”.


Vigneto di Franco Di Filippo

E il suo Moscato è “diverso”. Ottenuto da grappoli fatti appassire in pianta, vendemmiati solo quando la natura ha terminato il ciclo di maturazione. “Cerco di intervenire il meno possibile nelle mie vigne, concimo con letame e non uso chimica, nessuna forzatura, nessuna recisione o accelerazione - precisa-. Solo massimo rispetto. Il mio assaggiatore più fidato è la vespa che va a suggere dal chicco”. In cantina, dove la vinificazione è affidata a Pasquale Pastore, anche lui tranese, vanno gli acini migliori. Di Filippo opera con fare pignolo in tempo di vendemmia, nel mese di ottobre. Tralascia i grappoli o i singoli acini attaccati dalle muffe. “Anche se molti preferiscono queste muffe nobili, per me rappresentano un’alterazione. Il mio Moscato deve esprimere perfezione e autenticità nella sua eleganza e armonia di profumi e di sapori, deve dare estrema piacevolezza”. Non a caso in etichetta l’essenza di questo vino e la filosofia del produttore vengono comunicate con la parola Estasi.
 


Foto d'epoca, il porto di Trani

Una nicchia della nicchia, il Moscato di Trani, che mostra tutta la sua grandezza alla prova d’assaggio. Non c’è un modo consono per descrivere cosa lo renda così esclusivo e diverso, appunto, dagli altri. Nemmeno lo stesso produttore non riesce a sintetizzarlo, talmente definisce complesso il suo Moscato di Trani in ogni suo aspetto. “Solo dopo averlo assaggiato la gente comprende in cosa è particolare, e allora quando mi dicono che l’Estasi è così di nome e di fatto mi basta per essere soddisfatto di quel che faccio”. Usa la parola “poesia” per riferirsi alle sensazioni che dà il bouquet in un perfetto equilibrio tra il fruttato, il floreale e la freschezza. Un vino che rimane a lungo in bocca, lasciando una netta sensazione di sapidità. Originale anche nel suo sodalizio con i piatti. Ideale per accompagnare le ostriche.

Con le bollicine il Moscato Reale svela poi il volto più intrigante. Frutto di una “follia”, come hanno detto molti colleghi a Di Filippo. Impresa difficilissima perché si tratta di una base passito. Estasi Armonia il nome del Pas Dosè ed Estasi Sinfonia quello del Metodo Classico. “Nella vita bisogna osare e non essere statici. So che era un lavoro rischioso. Ma alla fine ci siamo riusciti. I lieviti, che sono indigeni, sono riusciti a resistere e a smaltire tutta quella quantità di zuccheri, abbiamo seguito il lavoro con estrema attenzione, non volevamo fare uno spumante dolce”. Tremila in tutto le bottiglie prodotte, e di vetro bianco, scelta che non fa temere alcuna alterazione del prodotto perché, dice Di Filippo “la qualità che raggiungiamo ci fa stare tranquilli”. A monte di questa qualità c’è il sistema di allevamento, il pergolato pugliese a due tralci, per lui altra forma di resistenza, l'unico ad adottarla e messa a punto per garantire la migliore uva con la resa più bassa.


Pergolato pugliese a due tralci

M.L.


Azienda Agricola Franco Di Filippo
Via Malcangi, 99
70059 Trani
Tel. 0883.480872 - fax 0883.488763


www.moscatotrani.it - e.mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prezzo allo scaffale di Estasi - Passito Liberty: 20 euro

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