Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Speciale Vinexpo Bordeaux

Sorsi bio al Vinexpo

13 Agosto 2013
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di Gianni Paternò

Riprendiamo il nostro cammino lungo gli stand del Vinexpo 2013, l’esposizione biennale di Bordeaux.

Visto che magari siete in ferie e avete un po' di tempo, qualora non l’aveste già fatto, vi consigliamo di leggere la prima puntata e la seconda.
 
Nel primo giorno un’altra tappa già programmata è da JEAN LUC COLOMBO, enologo consulente, coadiuvato dalla moglie e dalla figlia anch’esse enologhe, che nel 1980 comprò un ettaro di Syrah sui terreni calcarei prospicienti il paesino di Cornas nelle Cotes du Rhones settentrionali non lontano da Valence.

Oggi le bottiglie sono un milione e la parola che qualifica la concezione dei vini Colombo è “equilibrio” Assaggiamo Les Anthenores 2012 un eccellente bianco di Clairette proveniente dalla Provenza, fruttato, minerale, profumato; Les Collines  de Laure 2012 un Vin de Pays di Syrah fragrante, speziato e molto fruttato; Les Fées Brunes 2011 un AOC Crozes Hermitage sempre di Syrah, che se non l’avete ancora capito è il vitigno principe della zona, strutturato, denso di piccoli frutti rossi e di pepe, molto affine ai Syrah siciliani; Les Rouchets 2008 AOC Cornas dalle vigne più vecchie del solito Syrah, potente al naso, possente in bocca con tannini ancora evidenti ma non aspri con 2 anni di affinamento in legno e una lunga vita davanti.

Dalle Cotes du Rhone nord a quelle sud presso CHATEAU DE LA GARDINE  immerso nella Denominazione più conosciuta dell’intera valle: “Chateauneuf du Pape” interpretata dalla famiglia Brunel, vignaioli dal 1670, in 4 Cuvée di rossi e 2 di bianchi, 52 ettari e 500 mila bottiglie.

Assaggiamo uno Chateauneuf cuvée Marie-Léoncie 2011, 85% di Roussanne da vigne vecchie, barricato,  complesso e intenso di limone e cedro; un AOC Rasteau 2010 di Grenache 75% e Syrah 25% che non fa legno, bei profumi, bocca rotonda ed elegante; Chateauneuf du Pape Tradition: Grenache 70%, Mourvèdre 15% ed altri che fa barriques per il 30% nell’annata 2010 concentrato, profondo con frutti rossi, spezie e tannini in evidenza nonchè 2005 con note più affumicate ed ancora bei tannini; infine lo Chateauneuf cuvée Gaston Philippe 2010 di Grenache, Syrah e Mourvèdre in parti uguali, una resa di soli 18hl/ha, strutturato, intenso e dalla vita lunghissima.

Con questo Chateau finisce il mio primo giorno, accompagnato dal mio amico Hervé. Al secondo giorno, da solo, dopo la fantastica degustazione di Sauternes di cui vi ho detto vengo attratto dal piccolo padiglione Espace de Vins Bio, un insieme di piccoli produttori biologici. Mi fa da ospite Isabelle Simonneau,

che inizialmente, con molta correttezza, mi fa assaggiare un paio di vini di altri produttori, ma solo quando scopro che la sua famiglia produce alcuni Chateaux si fa convincere ad illustrarmeli. La famiglia SIMONNEAU fa biologico da ben 42 anni ed anche biodinamico, ha sede a Saint Pierre de Bat a 45 km da Bordeaux, in riva destra della Garonne. Proprietari di alcuni marchi: Chateau Laubarit di cui gusto una AOC Entre Deux Mers Haute Benauge 2011 bianco. In questa Aoc i bianchi devono essere fatti almeno con due vitigni e in questo abbiamo 60% Sauvignon Blanc e Gris, 20% Semillon. 20% Muscadel. Un eccellente vino con grande equilibrio dei profumi propri dei vitigni e bocca di spessore minerale ed eleganza. Nonchè un AOC Bordeaux Claret 2011 biodinamico tutto Cabernet Sauvignon che effettua la macerazione pellicolare per estrarre maggiormente i profumi e rendere il vino più ricco di resveratrolo. Un rosato strutturato semplicemente spettacolare che esprime tutto quello di eccellente che un rosato può dare e che dimostra che i biodinamici fatti bene non hanno niente da invidiare ai migliori tradizionali.
Poi un Royal Tuilière AOC Cremant de Bordeaux 2010 Brut Blanc de Blanc fatto per il 70% di Semillon ed altri 3 bianchi. Per chi non lo sapesse i Cremant sono gli spumanti francesi che non possono chiamarsi Champagne perchè non fatti in Champagne. Naso delicato, bocca corposa, piena con carbonatica non molto fine e molto lungo al retrogusto. Infine il rosso d’elite unoChateau Morlan Tuilière AOC Bordeaux 2009, dal taglio classico 70% Cabernet, 30% Merlot. Vino dal naso stratosferico che spazia dallo speziato ai frutti rossi, bocca sapida, complessa e dai tannini dolci. E pensare che si vende a soli 16,50 euro.

Ancora meravigliato dall’eccellenza e dagli ottimi prezzi di questi biologici mi fermo a guardare uno stand spagnolo di media grandezza e la ragazza che mi accoglie mi annichilisce quando mi dice che questa casa, GARCIA CARRON,

produce 400 milioni di bottiglie (avete letto bene), che è la quarta al mondo, la prima in Europa e per calare un altro asso produce 400 milioni di litri di succo d’arancia col marchio Don Simon. Sede a Madrid e 17 marchi sparsi in tutto il territorio iberico con vini in 10 DO. Ancora stordito dai numeri degusto un Vigna Arnaiz 2012 DO Rueda Sauvignon Blanc dai grandi profumi e dalla spiccata mineralità; un Segnorio de los Llamos DO Valdepenas 2012 di Tempranillo molto fruttato; un Antano DO Rioja 2008 Reserva, 4 vitigni autoctoni dal naso di terziario e palato potente e strutturato che si acquista a 6 euro; un Marques de Carrion DO Rioja 2008 Reserva, Tempranillo al 70%, sentori terziari tostati ed affumicati, desideroso di aria, che si rivela grande al palato e visto che fa 3 anni in legno si acquista a 10 €. A dimostrazione che si può fare quantità, qualità e buon prezzo.

Il seguito alla prossima.