Cinquant’anni di storia e oltre mille produttori: sono questi i numeri della cooperativa La Goccia d’Oro, che dal 1974 riunisce gli olivicoltori di Menfi e del suo comprensorio. Ci troviamo in provincia di Agrigento, in quell’angolo di Sicilia occidentale compreso tra i fiumi Belice e Carboj: un territorio unico, incastonato tra colline e mare, caratterizzato da una straordinaria varietà di suoli. In questo contesto geografico e culturale, da sempre votato al lavoro di squadra e alla cooperazione, molti produttori – forti anche dell’esperienza maturata nel settore vitivinicolo – hanno deciso di unirsi per dar vita a un olio extravergine di oliva di alta qualità. L’obiettivo è valorizzare l’esteso uliveto che caratterizza quest’area, dove crescono le principali varietà autoctone dell’isola: Cerasuola, Nocellara del Belice e Biancolilla.
Quella de La Goccia d’Oro è una storia di impegno, visione e crescita continua. Un percorso che ha visto i soci adottare con lungimiranza i principi dell’agricoltura sostenibile e biologica ben prima che diventassero una tendenza, mantenendo coesione e determinazione di fronte ai cambiamenti che hanno investito il mondo agricolo. Dal maggio 2024 la presidenza della cooperativa è affidata a Saverio Interrante, succeduto a Giuseppe Oro, che ha guidato la realtà per oltre vent’anni. Dal 2024, al fianco de La Goccia d’Oro, opera anche un altro attore strategico del territorio: la cooperativa vinicola Cantine Ermes. Il suo presidente, Rosario Di Maria, è entrato a far parte del Consiglio di amministrazione, dando vita a un’alleanza finalizzata al rilancio e allo sviluppo della cooperativa olivicola. Tra gli obiettivi comuni: il potenziamento della produzione, il miglioramento delle infrastrutture, il completamento dell’impianto fotovoltaico e l’ottimizzazione delle linee di molitura.
Con una produzione che supera i 150.000 litri all’anno, l’olio de La Goccia d’Oro raggiunge le principali insegne della Gdo e il canale Horeca, sia in Italia che all’estero: dal Canada al Giappone, passando per Irlanda, Corea, Germania e Francia. Due i marchi principali con cui la cooperativa si presenta sul mercato: Feud’Otto e Feudo di Torreverde, brand che racchiudono una selezione articolata di referenze, tra monovarietali e blend. La linea Feud’Otto comprende ben sette etichette, recentemente rinnovate con un accurato restyling: i tre monovarietali – Nocellara del Belice, Biancolilla (premiato il 15 maggio scorso con un importante riconoscimento internazionale) e Cerasuola – e una serie di blend ottenuti dall’incontro di queste cultivar, con certificazioni Dop Val di Mazara, Igp Sicilia e Biologico. Il marchio Feudo di Torreverde, invece, propone un blend certificato Dop Val di Mazara. Ma l’extravergine non è l’unico protagonista. Sotto il marchio Feud’Otto trovano spazio anche una gamma di specialità gastronomiche: paté di olive, carciofi e pomodoro secco, pomodori secchi sott’olio, caponata di melanzane, olive in salamoia. A completare l’offerta, una linea cosmetica a base di olio d’oliva che comprende crema corpo, crema mani, crema viso, balsamo labbra e dopobarba.
Tra gli extravergine della linea Feud’Otto, abbiamo assaggiato per Cronache di Gusto il monovarietale Cerasuola della campagna olearia 2024. Fruttato medio-intenso (6/10), dal colore verde con sfumature dorate, presenta un profilo aromatico ricco, capace di restituire pienamente le caratteristiche della cultivar con la quale viene realizzato. Ad emergere sono prevalentemente i sentori di pomodoro, accompagnati da note vegetali di mandorla e fruttate di mela verde e banana. Al palato risulta ben bilanciato: l’amaro (5/10), che apre l’assaggio richiamando le note erbacee percepite all’olfatto, si fonde armoniosamente con un piccante vivace (7/10) e persistente. Il risultato è un extravergine di carattere, ma equilibrato nelle sue componenti. Si abbina bene a piatti strutturati dai sapori intensi; ideale con zuppe a base di legumi, carni rosse alla brace, bruschette con pomodoro. Da provare anche con pesce azzurro e formaggi stagionati. Esprime il meglio di sé a crudo.
La Goccia d’Oro
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