L’AZIENDA/2
I nuovi vini nati ai piedi dell’Etna e presentati in occasione di Sorsi dell’Etna. Loredana: “La bellezza della natura ti porta a pensare che il biologico non puoi non farlo”
Chi Vivera
vedrà
Arrivano sul mercato i vini dell’azienda siciliana Vivera. Frutto di una filosofia di vita imperniata sul rispetto della natura e sulle relazioni umane, le nuove etichette mantengono le aspettative di chi ha visitato l’azienda e conosciuto la famiglia che l’ha creata.
Acquistato nel 2002, il primo vigneto ai piedi del vulcano era in stato di abbandono, ma quella terra aveva “il destino nel nome” come racconta Loredana Vivera, responsabile marketing dell´azienda di famiglia. La contrada Martinella “era nata per fare vino”, così, dopo aver ricostruito i vigneti e realizzato i terrazzamenti con muri a secco che assecondassero il paesaggio, la terra e la sua storia, è arrivata la prima vendemmia, e adesso è il vino a dire la sua.
In occasione di Sorsi dell’Etna, la degustazione tenutasi al Telimar di Palermo, Loredana Vivera ha presentato in anteprima i vini dell’azienda, descrivendo con entusiasmo le fatiche e le attese degli ultimi anni, ma anche la scommessa del biologico. “All’inizio era solo il vigneto, poi – dice – non ci bastava più: abbiamo voluto fare il vino come volevamo noi”. “Oggi – continua – mi basta guardare il prato fiorito che cresce spontaneo tra le viti per essere certa di aver fatto le scelte giuste: la bellezza della natura ti porta a pensare che il biologico non puoi non farlo”.
L’azienda vanta ben 1000 metri quadri d’impianti di fitodepurazione per il risparmio energetico, “siamo andati oltre il biologico: quello ch’è più importante non è tanto ottenere le certificazioni, ma essere coerenti cono se stessi, agire per come si è”. La progettazione della cantina segue gli stessi principi e non ha alcun impatto sul paesaggio circostante. Alla base di tutto c’è la voglia di essere sani, il desiderio del “ben fatto”, dare nuova dignità ad antichi valori come quello della famiglia.
La famiglia e le sue relazioni sono le radici su cui far crescere i principi dell’azienda, ce lo confermano anche i nomi di queste prime etichette. Il bianco “A’ Mami 2008”, un’amorosa dedica alla madre, punta sui profumi naturali delle uve Chardonnay e sulla forza evocativa del più tradizionale Carricante. Lo stesso equilibrio è proposto nell’Altrove 2009 (Chardonnay più Catarratto), in Terra dei Sogni (Cabernet Sauvignon più Nerello Cappuccio) e nel più atteso Salisire 2008, un Etna bianco dedicato al padre, nel cui nome si celano tante storie e un monito: “Sire, ricorda la salita”, per non dimenticare il sudore e le fatiche dietro il bicchiere di un vino ben fatto.
Simona Cultrera