Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 151 del 04/02/2010

L’EDITORIALE Prima di tutto il vigneto

04 Febbraio 2010
vigna vigna

L’EDITORIALE

A far visita in cantina si finisce tra barrique e silos. Pochissime volte tra le piante e sulla terra. Un errore da matita blu

Prima di tutto
il vigneto

di Fabrizio Carrera

Mi capita di visitare decine e decine di cantine in un anno. E ogni volta scopro cose nuove: terreni, paesaggi, persone, vigneti, tecnologie enologiche. Insomma di tutto. E di più. Tuttavia ormai tendo a dividere i produttori in due grandi categorie: quelli che quando vai a trovarli ti fanno visitare la cantina, le botti, la sala degustazione, la catena di imbottigliamento; e quelli che quando arrivi, prima di ogni cosa ti prendono quasi per mano per portarti sul vigneto.

A sporcarsi mani e scarpe di terra, ad accarezzare la pianta o il suo grappolo (se è già spuntato). Lo fanno in pochi perché si pensa che il vigneto sia l’aspetto più scontato. Addirittura qualcuno neanche ci pensa a far visitare il vigneto. Sbagliato. Errore da matita blu.
Da queste considerazioni avete capito che preferisco i secondi. Che sono la minoranza, un’esigua minoranza. Non me ne vogliano gli altri. Ma questo per me non è un aspetto secondario. Non si tratta di romanticismo. C’è sostanza nel gesto di accompagnare il visitatore prima di tutto nel vigneto. Perché – è indubbio – il vigneto è il cuore produttivo di tutta l’azienda, discende tutto da lì. È inutile tentare di dare altre spiegazioni. Ed è inutile dare ruoli più importanti agli strumenti e alla tecnologia.
Dal vigneto poi si capiscono tantissime cose: l’attenzione per le piccole cose, l’amore del produttore per il proprio lavoro e forse anche il vino che verrà. La sua identità. La sua tracciabilità, parola ormai tanto in voga. Insomma la visita al vigneto è importante. Molto di più di barrique e piccoli silos, di temperature controllate e linee di imbottigliamento. Ecco perché mi piace farmi accompagnare in mezzo alle vigne a guardare il colore della terra, a toccarne la pastosità, ad accarezzare piante e foglie. Poi, ma solo poi, ben venga tutto il resto.
Persino la degustazione potrà essere arricchita dalla visita sul vigneto e anche il vino assumerà a chi lo beve una connotazione completa. Il mio augurio è che questo sia uno spunto di riflessione per tutti. Per dare massima dignità al vigneto e alla materia prima – l’uva – da cui nasce questo splendido prodotto che si chiama vino. Il vigneto, dunque. Prima di tutto.
p. s. Immagino che adesso ogni qual volta varcherò l’ingresso di una cantina non avrò neanche il tempo di salutare i proprietari ché subito verrò accompagnato nel vigneto. Accetto l’invito. Ma spero che diventi per tutti un gesto naturale. E, ovviamente, c’è spazio per discuterne.