Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 153 del 18/02/2010

L’ANTEPRIMA Sicilia, rivoluzione al Vinitaly

16 Febbraio 2010
barresi-cartabellotta barresi-cartabellotta

L’ANTEPRIMA

L’Isola divisa in due macroaree, identità territoriale per gli stand. E poi la possibilità per le piccole cantine di ridurre fino al 70 per cento le spese di partecipazione alla fiera di Verona. Ecco tutte le novità grazie alla sinergia Irvv-assessorato Agricoltura

Sicilia, rivoluzione
al Vinitaly

Di certo c’è solo che gli stand saranno sistemati come sempre al padiglione 2 e che la superficie più o meno sarà quella degli altri anni. Per il resto sarà una rivoluzione. La Sicilia al Vinitaly, cambia tutto. Dall’allestimento (il layout del padiglione 2 totalmente rivisto) fino alle posizioni all’interno del padiglione: non saranno più le stesse.


E non emergerà una Sicilia, ma tante Sicilie del vino, tante quanto quelle che avranno la forza di dare un’identità e una provenienza. Nel segno delle Doc o, se preferite, dei territori. La rivoluzione prossima ventura è stata annunciata via email lunedì mattina alle aziende. A firma di Dario Cartabellotta direttore dell’Istituto regionale della Vite e del vino l’ente che ogni anno è il trait d’union tra le tante cantine siciliane e VeronaFiere. Cosa accadrà duqnue? Intanto il padiglione 2 sarà diviso in due grandi macroaree: da un lato la Sicilia occidentale, dall’altro quella Orientale. All’interno di queste macroaree «ci sarà – scrive il direttore dell’Irvv – un ambito territoriale di riferimento, ovvero un’area in cui si vuole essere inseriti ai fini della valorizzazione della propria identità aziendale/territoriale da indicare». Quali? Eccole: Agrigento, Terre Sicane, Pantelleria, Marsala, Erice, Alcamo/Segesta, Monreale, Contessa Entellina, Contea di Sclafani per la Sicilia occidentale; Isole Eolie, Mamertino, Faro, Etna, Siracusa, Noto, Vittoria, Castelli Nisseni, Piazza Armerina per la Sicilia orientale. Aggiunge Cartabellotta che «le aziende che non desiderano segnalare nessun elemento di appartenenza territoriale saranno ubicate d’ufficio, nell’ambito del layout del padiglione in base alla sede legale dell’azienda». E il tutto andrà comunicato all’Irvv entro il 19 febbraio. Quindi è difficile che le aziende tornino negli stessi spazi che hanno occupato gli anni scorsi. Tutto sarà rivoltato come un guanto. Scrive ancora Cartabellotta: «È importante aumentare ed esaltare la percezione delle diverse identità della Sicilia del vino per arricchire il brand Sicilia: non esiste al mondo una terra del vino dove si vendemmia da luglio a novembre e necessariamente si deve aumentare la possibilità di evidenziare in maniera intelligente tale straordinaria eterogeneità». E poi l’annuncio di uno spazio all’interno del padiglione 2 («Taste and buy») con regole ben precise dove le aziende potranno incontrare i buyers durante il Vinitaly.
Ma non è tutto. C’è anche un altro obiettivo: quello di favorire l’aggregazione in nome del territorio e delle piccole imprese per attingere ai fondi previsti dalla misura 133 del Psr e pertanto ridurre i costi di partecipazione delle aziende al Vinitaly, anche del 70 per cento. Obiettivo a portata di mano grazie alla sinergia tra l’Irvv e la direzione Interventi strutturali dell’assessorato regionale all’Agricoltura guidata da Rosaria Barresi. La quale proprio nei giorni scorsi ha fatto ingranare la quarta all’iter per agevolare le aziende con i fondi destinati alla promozione in vista del Vinitaly. In ballo ci sono complessivamente 13 milioni per il tutto sistema agroalimentare. Ma per ottenere i fondi è necessario avere qualche requisito e rispettare le regole previste. Per esempio potranno beneficiare degli aiuti i consorzi di tutela dei vini a denominazione riconosciuta; i consorzi costituiti da almeno 25 produttori e operatori biologici; i consorzi di Cooperative costituiti da almeno 3 cooperative di produttori; associazioni costituite da almeno 25 produttori; cooperative costituite da almeno 25 produttori. Ma tutti questi consorzi devono partecipare attivamente ad un sistema di qualità, ovvero vini Docg, Doc, Igt o produzione biologica certificata). C’è però pochissimo tempo e infatti la Barresi aggiunge: «Oltre alla domanda si ricorda che il materiale promozionale oggetto del possibile contributo deve essere inviato in bozza entro la data prevista dal bando e comunque prima del Vinitaly».

F. C.