Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 147 del 07/01/2010

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07 Gennaio 2010

Quel sistema un po’ quinconce

Da un lato il fascino della punta innevata dell’Etna, dall’altro l’incantevole Taormina e il mare. Basterebbe questo spettacolo naturale da cartolina, a 800 metri di altezza, per rendere unico e magico il vigneto a terrazze di Sant’Alfio dell’azienda “Il Cantante”, che fa parte del consorzio “I Vigneri”. Ma ci sono anche altre caratteristiche che rendono speciale questo tappeto di viti. Un dislivello di 150 metri fra l’alberello più alto e quello più basso, il tradizionale impianto a quinconce, presente in tutti i terreni de “I Vigneri”, ereditato dai Romani.“In un ettaro – dice il presidente de ‘I Vigneri’ Salvo Foti – ci sono ben 9.000 piante. Il sistema a quinconce permette un allineamento perfetto degli alberelli, da qualsiasi posizione li si guardi, la stessa distanza di un metro, una perfetta circolazione dell’aria e dell’energia irradiata dal sole”. Come in ogni vigneto del consorzio anche qui si lavora 200 giorni all’anno. Nei vigneti dove non si utilizzano esclusivamente metodi naturali bastano 40 giornate lavorative. “Bisogna curare ogni pianta singolarmente – spiega Foti – e serve anche tanta professionalità. È durissima, ma la qualità e lo spettacolo visivo regalati da un vigneto coltivato a quinconce non ha prezzo”. Se poi da un lato c’è il vulcano più alto d’Europa e dall’altro una località turistica invidiata da tutto il mondo…

Fra. S.