Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 167 del 27/05/2010

IL PERSONAGGIO La nuova sfida di Vescera

27 Maggio 2010
francesco-vescera francesco-vescera

IL PERSONAGGIO

Il panificatore premiato a Best in Sicily adesso ha un sogno: riportare in vita gli antichi grani di Ustica. Nei prossimi mesi parteciperà ad una ricerca

La nuova sfida
di Vescera

Riportare in vita gli antichi grani di Ustica. Ecco l´ultima sfida di Francesco Vescera, un uomo che alcuni giornalisti hanno definito l´archeologo o l´Indiana Jones delle sementi. E questo per il suo amore per le cose antiche e genuine.

Nella fattispecie Vescera, nato in Brianza, trasferitosi in Sicilia per amore, ed entrato a far parte di una famiglia di panificatori che affonda le origini della propria attività alla fine dell´Ottocento, da anni porta avanti delle ricerche affiancato dalla Stazione Sperimentale di Caltagirone, dall´Università di Catania e da alcuni altri enti di ricerca per riportare alla luce genomi di grani antichissimi.
Un lavoro che in Sicilia ha dato ottimi risultati portando alla ribalta i pani monovarietali e riaccendendo i riflettori sull´importanza del grano che si utilizza per la panificazione. I riconoscimenti non sono stati pochi, ma negli ultimi mesi si sono susseguiti, uno dopo l´altro. All´inizio dell´anno ha ricevuto a Palermo il premio “Best in Sicily” come miglior fornaio dell´Isola. “Pochi mesi dopo – ha raccontato lo stesso Vescera – un telegramma mi informava che il mio panificio veniva insignito del premio alla storia per il recupero dei cereali antichi e alla biodiversità”. Il premio, ricevuto lo scorso aprile al Pasta trend alla fiera di Bologna dal giornalista e critico Paolo Massobrio, autore de “Il Golosario”, ha eletto ventitrè realtà artigianali di eccellenza del mondo della pasta e fra le quali questo fiore all´occhiello della Sicilia.
“Il prossimo obiettivo – ha dichiarato Vescera – è ora Ustica. Mi hanno proposto di svolgere delle ricerche analoghe a quelle fatte in Sicilia in quest´isola”. Già dai prossimi mesi, dunque, l´equipe di ricercatori comincerà gli studi programmati per risalire alle antiche ed originali sementi usticesi che dovrebbero essere almeno due. Grande importanza ha la fase iniziale dei lavori. “Si comincia da una ricerca bibliografica che avviene soprattutto negli archivi storici – spiega Vescera – per documentare le specie. Si continua poi con interviste sul campo fatte direttamente agli anziani. In Sicilia mi è capitato di veder riconoscere la specialità di grano a vecchi agricoltori. Questo significa – conclude questo simpatico archeologo delle sementi – che il nostro lavoro è semplicemente quello di riaccendere l´interesse per qualcosa che è soltanto sopito”.

Pi. Zag.