Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 158 del 25/03/2010

IL DIBATTITO Doc Sicilia, Torcoli: “È la strada giusta”

22 Marzo 2010
Alessandro-Torcoli Alessandro-Torcoli

IL DIBATTITO

Il caporedattore di Civiltà del bere:”Può accordare le voci delle tantissime realtà vitivinicole dell’Isola, senza alcune stecche clamorose che con la Igt potevano capitare”

Doc Sicilia,
Torcoli:
“È la strada giusta”

“La Doc Sicilia? Mi sembra una buona idea”. Parola di Alessandro Torcoli, 35 anni, caporedattore di Civiltà del bere, e firma autorevole del giornalismo enogastronomico italiano, eletto nel 2009 miglior giornalista giovane dal Comitato Grandi Cru d’Italia e quest’anno alla sua terza nomination consecutiva. Da osservatore esterno Torcoli considera quella della denominazione unica la strada giusta, che spiega attraverso una metafora musicale…



Torcoli, perché è favorevole alla creazione della Doc Sicilia?

“Mi sembra una buona idea. Uno spartito ben scritto. Uno spartito che ha l’obiettivo, e la possibilità, di consentire un salto di tono all’enologia siciliana”.

Perché?
“Sempre continuando con la simbologia musicale, parlerei di un provvedimento che darà un primo importante risultato: accordare le voci delle tantissime realtà vitivinicole coinvolte, senza alcune stecche clamorose che con la Igt potevano capitare”.

Qualcuno ha paura di una omologazione.
“Non credo che non ci sia spazio per lasciare esprimere le voci dell’eccellenza. Sono poche in Sicilia, penso all’Etna, a Menfi ma non a molto altro. Queste realtà avranno tutte le possibilità per continuare ad esprimersi a modo loro, con acuti d’eccellenza, appunto. Non credo ci siano limiti all’uso delle denominazioni locali”.

Lei parla delle sottozone.
“Sì, anche se resto convinto che ciò che più conta sono gli ‘assoli’, dunque il brand. È tutto un problema di comunicazione verso l’estero”.

Cioè?
“La Doc Sicilia può rappresentare una strada per rispolverarsi davanti al consumatore estero i prodotti dell’Isola. Fuori dall’Italia in pochi conosco un territorio piuttosto che un altro. Però la Doc può diventare sinonimo di qualità per ci sono regole più ferree. E questo fa bene al mercato”.

Un giudizio sul vino siciliano?
“È ormai un componente imprescindibile dei grandi vini italiani nel mondo. Ma c’è un retaggio storico per cui ogni tanto ci sono state delle sbavature. Ma non importa perché ognuno ha la propria storia”.

M.V.