Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 211 del 31/03/2011

“Il peggio è passato”

03 Aprile 2011
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Ottimismo nelle parole di Fabio Rizzoli, amministratore delegato di Mezzacorona, uno dei giganti del vino che da una decina di anni ha scommesso sul Sud Italia creando Feudo Arancio

con due grandi vigneti da un totale di oltre 800 ettari tra Sambuca nell’Agrigentino e Acate nel Ragusano. Ottimismo perché Rizzoli a capo di una società con 45 milioni di bottiglie prodotte sostiene che “il momento peggiore per il vino è passato”. E lo dice a pochi giorni dall’inizio del Vinitaly incassando anche un importante risultato: la prestigiosa banca d’affari Mediobanca nel suo “Rapporto 2011”dedicato al settore del vino, conferma per il Gruppo Mezzacorona la sua terza posizione con 145 milioni di euro nella classifica italiana delle aziende vitivinicole per fatturato, a conferma della posizione di leadership acquisita nell’enologia nazionale.

E allora Rizzoli il peggio è passato?
 “Il mercato mondiale si sta riprendendo, alcune Doc hanno un mercato molto favorevole vedi, il Prosecco, l’Amarone, il Chianti classico. Sembra addirittura che per certi vini si sia arrivati all’esaurimento dello stock da non poter esaurire il mercato. Ci sono altre zone e denominazioni più deboli però globalmente sembra che il vino abbia raggiunto un equilibrio tra domanda e offerta”.

Quali le cause di questo trend positivo?
“I fattori sono tanti. La produzione del sud del mondo è bassa e soprattutto la rivalutazioni di alcune monete come quella cilena o australiana hanno reso il loro vino meno competitivo. Poi ci sono state penalizzazioni dovute al mercato, alle alluvioni, agli eventi atmosferici, il freddo in Argentina, la siccità in Australia. Mentre nel nord del mondo tutti gli Stati hanno prodotto meno per la caduta degli incentivi. Infine c’è anche un effetto che la gente del vino non considera mai”.

Quale?
“Stiamo assistendo a una fenomenale richiesta mondiale di succo d’uva dovuto al fatto che quest’anno c’è poco succo di mele e l’uva meno pregiata è andato a sostituirlo perché serve per tagli in altri succhi. Ne sono serviti alcuni milioni di quintali. Questo ha riequilibrato l’offerta e la domanda nel vino. Tra l’altro, la produzione mondiale di mele è tre volte quella del vino”.

Conseguenze dirette?
“Ha portato a eliminare tutte le scorte di mosti muti e porterà la vendemmia 2011 a un aumento generale del prezzo del vino base”.

Quindi una boccata di ossigeno?
“Proprio così. Ci voleva perché eravamo asfissiati”.

Sarà temporaneo?
“No, credo che ci avviamo verso un riequilibrio mondiale”.

E la Sicilia?
“Noi in Sicilia siamo partiti un po’ tardi. Oggi produciamo otto milioni di bottiglie su un totale di oltre 45. Continuiamo a crescere e anche noi siamo contenti dell’investimento che è stato fatto. Ma abbiamo fatto i passi da contadini e non da grandi finanzieri in un settore che ha conosciuto momenti brutti. Il 2010 e i due anni precedenti sono state annate di inferno. Le morìe delle aziende si vedranno adesso. Tuttavia i prezzi stanno crescendo del 30-40 per cento e questo è molto positivo. Ci sono alcune aziende illuminate che stano cogliendo le opportunità passo dopo passo con discreto successo. Addirittura per alcune aziende storiche siciliane credo che stia andando molto bene”.

Ma il vino siciliano attrae ancora?
“Un po’ meno di 5-6 anni fa. Comunque anche oggi la Sicilia ha tutti i numeri per piacere al mondo e affermarsi. Bisogna che tutti i siciliani che comunque sanno volare alto, trovino una maniera di discutere insieme e di organizzare tutto insieme. Niente concorrenza stupida”.

Con che spirito approdate al Vinitaly 2011?
“Spirito vincente, forte. Abbiamo vini buoni, organizzazione commerciale efficiente e numeri per affrontare un mercato mondiale che finalmente è tornato a crescere”

In Italia?
“La contrazione dei consumi è arrivata al massimo storico. Credo che si attenuerà un poco, ma quanti sono i consumatori italiani? Pochi. Posso contare su altri mercati con centinaia di milioni di nuovi consumatori e oggi guardiamo con attenzione a quel mondo”.

F. C.