Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 88 del 20/11/2008

VIVERE DIVINO Se per le donne è “vite dura”

20 Novembre 2008
Luisa_Melia88 Luisa_Melia88

VIVERE DIVINO

Luisa Melia, assistente commerciale delle cantine Ceuso si racconta: c’è diffidenza nei confronti delle figure femminili. Non credo nella Dop Sicilia

Se per le donne
è “vite dura”

L’università a Bologna ma nel cuore sempre la sua Alcamo e l’azienda di famiglia, la Ceuso di Calatafimi-Segesta. Così Luisa Melia, 29 anni, dopo la laurea in Lingue ha deciso che non poteva abbandonare il vino.

Nel 2005 partecipa ai corsi di degustazione, poi di nuovo un salto fuori in Toscana per un master in marketing delle aziende vitivinicole e lo stage in un’azienda di Cortona. «Dove ho fatto di tutto – racconta Melia, assistente commerciale della Ceuso – dall’accoglienza dei turisti alla parte commerciale».

Come mai questa scelta dopo che aveva studiato lingue?
«Sono andata al Nord solo per formarmi e per fare esperienza ma non potevo lasciare l’azienda di famiglia dove sono entrata da un anno».

Come ha trovato la cantina di famiglia?
«Bene, direi. Il progetto è nato per gioco in un magazzino all’inizio degli anni ’90, tant’è che qualche critico ci ha definiti château garage perché siamo nati in un garage. Mio padre e i fratelli, tra cui Vincenzo Melia, l’attuale punto di riferimento dell’azienda, fondarono la casa di imbottigliamento, nel ’92 arrivò l’impianto dei primi vigneti a Salemi. Fino al 2002 abbiamo prodotto solo Ceuso, poi ci siamo ingranditi con altri 3 vini il Fastaia, lo Scurati bianco e lo Scurati rosso. Siamo passati da 6 mila a 130 mila bottiglie».

Quale il fiore all’occhiello?
«Il vino del cuore è il Ceuso prodotto al 50 per cento con Nero d’Avola, al 30 con Cabernet Sauvignon e al 20 con Merlot. Viene affinato 12 mesi in barrique di rovere francese, quattro mesi in antiche vasche di cemento e sei mesi in bottiglia».

Crede nella Dop Sicilia?
«No. In Italia non hanno molto valore come per esempio avviene in Francia dove il territorio è molto più valorizzato».

Quali bottiglie troviamo più facilmente nella sua tavola, a parte quelle di famiglia?
«Adoro i rossi e dico il Nero d’Avola della Feudo Montoni tra i siciliani e uscendo dalla nostra regione il Bosco, un Syrah di Tenimenti D’Alessandro».
 

Fra. S.