Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 193 del 25/11/2010

L’EVENTO Best in Sicily: le storie dei premiati

25 Novembre 2010
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L’EVENTO

Ecco i profili dei primi sei protagonisti del premio di quest’anno. La manifestazione il 6 dicembre nella Sala Gialla di Palazzo dei Normanni a Palermo

Best in Sicily:
le storie dei premiati


Da sinistra verso destra: Sebastiano Monaco (Antica Pasticceria Corsino),
Lorenzo Piccione, Rosario Floridia, Carmela Faro (Donna Carmela Resort),
Laura, Caterina, Marilena e Adriana Codogno (Antica Pasticceria Don Gino); Francesco Cassarino (Caravanserraglio)

Rosario Floridia
Miglior produttore di formaggio
Ha vinto il premio come miglior produttore di formaggio, ma di sicuro potrebbe vincerne un altro: quello della modestia. Quando gli si chiede, infatti, del perché sia il suo formaggio così buono lui si ripara dietro l’eccellenza delle vacche di razza modicana («che producono poco latte, ma ottimo, ricco di proteine», dice) e la bontà del pascolo. E la sua bravura? Imparata tutta dal padre. Una vita dedicata alla produzione di formaggio, quella di Rosario Floridia, nato 71 anni fa in una famiglia che ha sempre svolto questo mestiere. E anche lui non ha mai avuto alcun dubbio, la sua passione è allevare, mungere e fare il Ragusano. L’unico dei sette fratelli a continuare questa tradizione che forse proseguirà, a sua volta, con uno dei suoi figli. L’azienda si trova in contrada Scorsone a Ispica, sessanta vacche e una produzione che per lo più viene venduta direttamente in azienda e nei migliori ristoranti ed esercizi commerciali.

Antica Pasticceria Corsino
Migliore Pasticceria
Una storia nata più di un secolo fa. È la fine dell’Ottocento (1889) quando Giuseppe Corsino fondò la Pasticceria Corsino (adesso Antica Pasticceria Corsino) in piazza Pretura a Palazzolo Acreide. Un laboratorio dove si manipolavano gli ingredienti altrui: la gente portava uova, farina, zucchero e Giuseppe li trasformava in dolci, facendosi pagare solo la manodopera. Col tempo la pasticceria, grazie a Salvatore, figlio di Giuseppe, ha assunto i connotati della modernità, ma senza dimenticare le origini e le tradizioni: sui banconi si trovano sempre “cotognata”, “pignoccata”, “ciascuni”, “ossa dei motti” (questi ultimi specialità esclusiva). Una pasticceria che negli anni ha fatto scuola e che ha adottato una propria identità tramandata. Il segreto sta nella selezione delle materie prime, dalle mandorle siracusane al pistacchio di Bronte, al sesamo per fare la “cubait”. Un’identità portata avanti oggi da Sebastiano Monaco e dalla moglie Itria Gallitto, erede Corsino dal lato materno, e che vedrà la continuazione del mestiere con Vincenzo, figlio di Sebastiano, con Marcella e Sara impegnate nel settore amministrativo dell’azienda e Carla che studia. Nella pasticceria lavorano 22 collaboratori che producono anche i dolci secchi e la rosticceria.

Antica Pasticceria Don Gino
Miglior Bar
Eugenio, detto Gino, fondò il bar nel 1949 dandovi il proprio nome. Un piccolo chioschetto accanto a Villa Palagonia a Bagheria, ancora oggi esistente e recentemente ristrutturato. All’inizio si vendevano solo bibite e poi qualche iris fritta. Poi si inizio la produzione di gelato, ma solo al gusto di fragola e limone. La svolta quando Eugenio decise di inviare l’unico figlio maschio, Salvatore, a Palermo per studiare al seguito di grandi pasticceri. Nascerà così un laboratorio con la produzione di pasticceria e, in seguito, la tavola calda. Oggi la sede principale è in via Dante, 400 metri quadrati con gastronomia, gelateria, tavola calda, pasticceria: aperta nel 1994, è stata ristrutturata lo scorso marzo. Ancora oggi a seguire l’azienda è Salvatore, aiutato dai figli: Adriana continua l’arte pasticcera, Marilena in amministrazione così come Caterina che si occupa anche del confezionamento dei prodotti. Laura ha aperto due ristoranti, il più piccolo, Nicolaj studia. La specialità? La torta-gelato inventata da Salvatore e dedicata alla figlia Adriana dalla quale prende il nome: pan di spagna al cioccolato, crema al cioccolato, panna al caffè e colata di nutella.

Donna Carmela Resort
Miglior albergo
Non si può definirlo un albergo, né un agriturismo. In famiglia la chiamano la boutique-hotel o botanic hotel. Sta di fatto che in poco più di un anno e mezzo il Donna Carmela Resort della famiglia Faro, a Riposto, ha avuto un successo straordinario. Aperto nel maggio del 2009 è nato dall’idea e dal lavoro di Carmela, 58 anni, moglie di Venerando Faro, 66 anni. La loro è un’azienda florovivaistica nata 40 anni fa, partita dal basso con un micro appezzamento di terreno. Poi divenuta sempre più grande. In tutti questi anni Carmela ha sempre appoggiato lavorativamente il marito fino a quando, alcuni anni fa, la famiglia prese la decisione di aprire anche una struttura ricettiva originale. Si è sfruttato una delle case coloniche presenti nelle proprietà. Un luogo dove il cliente viene trattato come se fosse a casa propria, dove le stanze sono arredate ognuna in maniera diversa. Con Carmela che segue tutta la gestione, dalle decisioni generali ai più piccoli dettagli, anche se, prima d’ora, non aveva mai avuto alcuna esperienza in questo settore: il padre era un commerciante di vini, lei aveva aiutato il marito nella coltivazione delle piante. Con loro i due figli, Michele 36 anni (che segue ha anche la cantina Pietradolce sull’Etna) e Mario, 34 anni.

Lorenzo Piccione
Miglior produttore di olio
Che ci fa un nobile, designer e musicista tra i premiati per l’eccellenza gastronomica? Lorenzo Piccione di Piano Grillo, 49 anni, nato a Milano, ha studiato Lettere e si è diplomato al Conservatorio. Nulla a che vedere con l’olio. Eppure 15 anni fa si è ritrovato di fronte al dilemma: vendere il feudo appartenuto alla sua famiglia, i baroni di Grassura di Acireale, o renderlo produttivo trasformandolo in azienda agricola? Scelta la seconda opzione il barone Lorenzo inizia ad associare al suo lavoro principale di designer (ha realizzato diversi progetti per l’Agenzia Alessi, una delle più importanti aziende di arredo per la casa, simbolo d’eccellenza del made in Italy per il design innovativo) quello di produttore di olio che adesso esporta in tutto il mondo: New York, Shangai, Tokyo. All’azienda ha dato subito un’impronta moderna e dinamica: frantoi a ciclo continuo, potatura tutti gli anni, non si usano frese. Nasce così un prodotto all’avanguardia da un punto di vista organolettico. Per hobby ha continuato a suonare il pianoforte e l’organo. E il mestiere di designer? È riuscito anche ad associarlo all’olio: al Momà Guggenheim di New York è esposto “Taste Houile”: un oggetto venduto in 60 mila pezzi in tutto il mondo che è stato pensato proprio per l’assaggio dell’olio extravergine di oliva e per presentare in maniera originale l’olio nelle tavole importanti.

Caravanserraglio
Migliore Pizzeria
Caravanserraglio è il nome più antico che si conosca di una locanda. È quella dove Gesù, Giuseppe e Maria si rifugiarono per sfuggire al re Erode. Ed è anche il nome scelto per questa pizzeria realizzata all’ingresso di Ragusa, in un’antica masseria, e aperta nel 2005. Il segreto per fare un’ottima pizza? Giovanna Battaglia, 50 anni, e Francesco Cassarino, 54, non hanno alcun problema a svelarlo, tanto, dicono, l’importante è metterlo in pratica. Si inizia con una lievitazione di 40-50 ore che rendono il panetto da 220 grammi altamente digeribile e soffice. Poi ingredienti di qualità e i salumi affettati sul momento per evitare che si ossidino. Infine, il forno a legna con tre tipi di legna ad ardere: il carrubo che da fragranza e croccantezza alla pizza, l’ulivo che mantiene la temperatura costante oltre i 300 gradi, e gli agrumi (arancio e limone) che danno i profumi. A seguire tutto il processo, così come a gestire la cucina, è Francesco con alle spalle anni di esperienza in ristoranti italiani ed esteri. Due i figli: Giuseppe, studente universitario, e Stefano che sta provando a continuare l’attività.

Salvo Butera