Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 29 del 04/10/2007

L’EDITORIALE C’è una Sicilia che piace

03 Ottobre 2007

    L'EDITORIALE

Faro Palari e Ben Ryè in cima alla lista dei vini più buoni d'Italia secondo Gambero Rosso e Slow Food, il riconoscimento a Corrado Assenza e i premi a Cuttaia, D'Agostino e Sultano. E poi i complimenti del quotidiano The  Indipendent. Il mondo dell'enogastronomia guarda l'Isola e si innamora…

C'è una Sicilia che piace

di Fabrizio Carrera

C'è una Sicilia che piace. Forse non è una novità ma come non essere soddisfatti nel vedere che il mondo della critica enogastronomica italiana e straniera ci elogia, ci guarda con attenzione, ci sprona ad andare avanti, ci premia.

Sarà che l'autunno è tempo di guide ma in pochi giorni, noi siciliani del gusto, noi siciliani sostenitori del buono è bello, noi siciliani-gourmet, abbiamo inanellato un successo dietro l'altro. Prima la guida ai vini di Gambero Rosso e Slow Food, un'autorità del settore, ha deciso di premiare come «vini dell'anno» due etichette siciliane: il Ben Ryè di Donnafufagata, passito di Pantelleria, e il Faro Palari di Messina dell'architetto Salvatore Geraci. Due vini difficili, il primo un passito di Pantelleria, l'altro un rosso che è anche una Doc – Faro, evidente l'allusione a Messina – che qualche anno fa ha rischiato l'estinzione. Non era mai successo che due vini siciliani raggiungessero il podio più alto per questa guida in un'edizione. The Indipendent, prestigioso quotidiano londinese in un lungo reportage ha elogiato i vini siciliani come la vera novità enologica del Vecchio Continente (e scusate se è poco). La guida ai ristoranti dell'Espresso per il 2008 che sarà presentata tra pochi giorni a Firenze ha puntato i riflettori su tre cuochi di vaglia: il primo, è quel Ciccio Sultano del Duomo di Ragusa Ibla che appena sabato scorso viene anche narrato sulle pagine del supplemento della Stampa di Torino con un servizio ricco di foto a poche pagine di distanza dall'intervista allo chef più famoso del mondo, lo spagnolo Ferran Adrià. Gli altri due sono Pino Cuttaia della Madia di Licata e Piero D'Agostino della Capinera di Taormina, due emergenti, anzi ormai consolidati nella fama di chi può regalare emozioni a tavola.
Non è finita. Per il Gambero Rosso il miglior bar d'Italia è di Noto: quel Caffè Sicilia di Corrado Assenza stra-conosciuto tra i gourmet di mezzo mondo: le sue marmellate e i suoi dolci hanno fatto davvero il giro del pianeta. Era ora che venisse premiato. E come non citare che tra i migliori bar c'è anche il palermitano Spinnato di via Principe di Belmonte che per il quarto anno consecutivo è tra i top di tutta Italia. Tutto questo in pochi giorni. Non potevamo non notarlo e sfruttare l'occasione per dire – anzi ribadire – che c'è una Sicilia che piace. Siamo convinti che il tempo degli elogi non finisca qui e altri premi arriveranno nei prossimi giorni o settimane a confermare lo stato di salute dell'enogastronomia siciliana di qualità.
Noi di Cronache di Gusto saremo pronti a segnalarlo. Ma vorremmo dare anche il nostro contributo tanto per sfatare l'idea del Nemo profeta in patria. E lo faremo con la creazione di un premio, un riconoscimento per l'eccellenza enogastronomica. Ancora qualche settimana e vi sveleremo tutto.