Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Numero 68 del 03/07/2008

L’ALLARME Maccheroni addio?

02 Luglio 2008
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    L’ALLARME

pasta_68hp.jpgPane, pasta e ortaggi ora costano di più: la dieta mediterranea rischia di diventare alimentazione per ricchi

Maccheroni addio?

La dieta mediterranea? Sempre più roba da ricchi. Da alimentazione povera degli anni del dopoguerra, esportata dagli emigranti italiani in tutto il mondo, oggi rischia di diventare una dieta per soli benestanti.

Cibo di lusso a causa del rialzo dei prezzi. A colpire sono soprattutto il rincaro di pane e pasta, capisaldi della dieta made in Italy, ma agli aumenti non sono sfuggiti neppure frutta e verdura. Secondo i dati Istat a maggio i prezzi dei prodotti alimentari hanno continuato a correre, pasta in testa. Penne e spaghetti sono aumentati del 20,7% rispetto al maggio 2007. Il prezzo del pane è aumentato del 13,3% in un anno e si confermano in salita anche i prezzi della frutta (+6,9%), mentre rallentano, anche se di poco, i prezzi degli ortaggi (+2,9%). A lanciare l'allarme di un sempre più probabile addio ai “maccheroni” era stato il Wall Street Journal, in occasione del vertice Fao sulla sicurezza alimentare. “I più poveri tra gli italiani – scriveva il quotidiano Usa – si alimentano sempre di più come gli americani poveri”.
La conferma arriva anche da Carlo Cannella, presidente dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione secondo il quale gli italiani si stanno allontanando dallo stile mediterraneo che “ormai è confinato nelle sagre di paese”. Sei famiglie su dieci, l'anno scorso, secondo la Confederazione italiana agricoltori, hanno cambiato le proprie abitudini alimentari a causa dei rincari. Pane e pasta nei primi tre mesi del 2008 hanno registrato nel Belpaese un calo dei consumi, rispettivamente del 5,5% e del 2,5%. In generale, Coldiretti registra una grave stagnazione delle quantità dei prodotti alimentari acquistate dalle famiglie (-0,4%). Le cose non vanno meglio per gli ortaggi (-5,5%) e la frutta (-1,8%), altri capisaldi della dieta mediterranea. In termini economici – rileva la Cia – la spesa alimentare degli italiani, fra il 2000 e il 2007, è aumentata del 28%, nonostante i consumi siano diminuiti del 12,4%. Intanto le organizzazioni agricole appoggiano la candidatura della dieta mediterranea come patrimonio culturale immateriale dell'umanità. Per la Coldiretti pane, pasta, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno, oltretutto, consentito agli italiani di conquistare il record della longevità, con una vita media nettamente superiore alla media europea. Raggiungere l'obiettivo dell'Unesco per Giuseppe Politi, presidente della Cia, costituisce “un'ulteriore valorizzazione per la nostra agricoltura tipica, diversificata e di qualità dove il 50% della produzione risiede negli alimenti che sono alla base della dieta mediterranea”.
Ma la dieta nostrana ha anche un risvolto economico con vantaggi per il sistema paese, come sottolinea la Confagricoltura. “La tutela della nostra dieta – dicono – è anche un vantaggio per le nostre imprese che possono consolidare la loro ottima posizione sui mercati mondiali”. E intanto il Senato ha approvato una mozione presentata da Paolo De Castro (Pd) e sottoscritta da 100 senatori, “per impegnare il governo alla salvaguardia e valorizzazione” della dieta mediterranea e a “proseguire con grande determinazione” le iniziative perchè venga inserita nel patrimonio dell'umanità dell'Unesco.

Elena Mancuso