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Scenari

“Cari produttori, nelle etichette di olio scrivete: ha un’azione cardioprotettiva e contrasta il diabete”

19 Febbraio 2024
Annalisa Noce, Professore Associato di Nefrologia dell’Università di Roma Tor Vergata Annalisa Noce, Professore Associato di Nefrologia dell’Università di Roma Tor Vergata

La ricercatrice dell'Università Tor Vergata al termine di una ricerca annuncia i benefici dell'extravergine: "Purché sia di qualità"

I benefici dell’olio extravergine di oliva sono risaputi ma a dirlo con forza è oggi Annalisa Noce, Professore Associato di Nefrologia dell’Università di Roma Tor Vergata. Per lei e il suo team bisognerebbe aggiungere in etichetta non solo il claim salutistico: “Produttori, scrivete che l’extravergine aiuta a contrastare diabete, ipertensione, sindrome metabolica e anche problemi cardiovascolari”.

Lo studio arriva dall’Università degli Studi di Roma Tor Vergata dove il team della professoressa  Noce ha portato avanti diverse ricerche sui benefici dell’olio extravergine d’oliva e sull’adozione della dieta mediterranea in pazienti affetti da malattia renale cronica, allo scopo di valutarne l’effetto cardio protettivo. “L’olio utilizzato per il test – racconta a Cronache di Gusto la dottoressa nefrologa Noce – è ad alto contenuto di composti minori polari (fenoli, flavonoidi, polifenoli e catechine). Si davano 40 ml al giorno di olio che corrispondeva a due cucchiai da minestra a pranzo e due cucchiai da minestra a cena per un periodo di nove settimane e abbiamo notato un importante miglioramento dello stato infiammatorio di questi pazienti. Con l’utilizzo di questo tipo di olio si abbatteva completamente l’infiammazione”. 

Dopo aver scoperto l’effetto cardio protettivo il team di Noce ha portato avanti un secondo studio, per capire se la protezione rimanesse tale nel tempo o se mutasse. Dopo due mesi sono stati testati altri oli a medio e alto contenuto dei composti minori polari: solo coloro che assumevano un alto contenuto di composti minori polari mantenevano questo effetto salutistico nel tempo. 

Le etichette

L’etichettatura diventa a questo punto fondamentale per il consumatore e la richiesta arriva proprio dalla ricercatrice. Il regolamento dell’Unione Europea del 2011 prevede l’inserimento in etichetta del claim salutistico per determinati prodotti, tra cui l’olio extravergine d’oliva con alcune caratteristiche. Per esempio, un olio che contiene in venti grammi almeno cinque milligrammi idrossitirosolo e derivati è un olio che ci protegge dall’ossidazione delle LDL, il colesterolo cattivo.

“Sarebbe necessario – dice Annalisa Noce – inserire in etichetta proprio la presenza di questi composti minori polari per poter fare meglio prevenzione. Il consumatore può però imparare a fare questa scelta in autonomia. Quando si assaggia l’olio a livello di palabilità, quegli oli che appaiono molto piccanti soprattutto nella fase della deglutizione sono quelli a più alto contenuto di polifenoli. Il piccante lo percepiamo proprio nella parte finale della deglutizione, perché i recettori deputati a questa sensazione sono localizzati nel tratto orofaringeo”. Un olio ad alto contenuto di oleocantale è quello che conferisce il caratteristico sapore piccante e si tratta quindi di un olio ad più alta percentuale di composti minori polari.

“È chiaro – continua Noce – il prodotto deve essere di alta qualità. Quelli commerciali non hanno i composti minori polari e non hanno in etichetta il claim salutista. Non si tratta solo di olio in generale ma di seguire una dieta mediterranea in cui l’elemento chiave è un olio di qualità con alto contenuto di composti minori polari, insieme a un’attività fisica costante”.

Questo stile di vita corretto ci porterebbe a ridurre il rischio di sviluppare quelle malattie che prendono il nome di “cronico degenerative non trasmissibili” come ad esempio il diabete o la sindrome metabolica, l’obesità, la malattia renale cronica.

Un altro studio

Il team di Tor Vergata non si ferma qui: in questi mesi stanno infatti testando un alimento a fini medici speciali in una popolazione di pazienti affetta da sindrome metabolica, il quale contiene, oltre a un derivato dell’olio extravergine d’oliva quali idrossitirosolo, anche la PEA-rutina, che è una sostanza che è in grado di modulare la neuroinfiammazione. “Al momento – conclude Noce – abbiamo completato lo studio nei primi 16 pazienti in cui abbiamo osservato un miglioramento dell’obesità addominale e anche in questo caso la riduzione dell’infiammazione. Lo studio è ancora in corso. I risultati, anche in questo caso, sembrano essere molto interessanti”.