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Scenari

All’osteria 4 Archi di Milo il premio per la migliore carta dei vini con selezione dell’Etna: “Ora continuiamo ad ampliare la lista”

09 Aprile 2024
Da sinistra Martina Grasso e Saro Grasso dell’Osteria 4 Archi di Milo Da sinistra Martina Grasso e Saro Grasso dell’Osteria 4 Archi di Milo

L’osteria 4 Archi di Milo è stata premiata per la Carta Vini Terroir e Spirito Slow, riconoscimento nato dalla collaborazione tra Slow Food e la Milano Wine Week e assegnato da appassionati e professionisti a enoteche, ristoranti, osterie, bistrot, pizzerie che valorizzano i vini di una delle categorie territoriali o tematiche in concorso.

Il locale di Saro Grasso, alle pendici dell’Etna, ha vinto per la migliore selezione dei vini del territorio. Una carta selezionata dal proprietario insieme alla figlia Martina: “Non ho mai preparato nulla – ci racconta – perché questa carta l’ho creata 20 anni fa. Avevo un obiettivo: valorizzare i vini vicini, quelli nati accanto al Vulcano”. Vent’anni fa erano vini quasi sconosciuti, oggi sono un fenomeno mondiale. Eppure Saro Grasso è stato precursore e quasi senza volerlo ha avuto fiuto e occhio. 

“Oggi – ci dice il proprietario dell’osteria premiata dalla nostra redazione come miglior trattoria Best in Sicily 2017 – è facile investire sull’Etna. Quando ho deciso di aprire qui il mio ristorante tutti me lo sconsigliavano perché dicevano distasse troppo da Catania. Invece tutto l’anno accolgo clienti affezionati e turisti”. 

A fargli eco la giovane Martina. A 25 anni studia tutti i giorni per portare sempre nuove proposte: “Speravo nel riconoscimento vista la mole di lavoro quotidiana che c’è. Sembra una cosa semplice creare una carta dei vini ma non è così. Si tratta di un un lavoro costante”. 

Ed è lei che tutti i giorni si aggira tra i tavoli e racconta le storie delle cantine che ha conosciuto in questi anni: “Ci sono persone che si lasciano consigliare. La parte più bella arriva quando mi dicono che ho consigliato il vino che cercavano. I turisti cercano principalmente vini bianchi o frizzanti. Soprattutto gli americani prediligono lo Chardonnay e noi non abbiamo praticamente nulla. Io propongo subito un vino minerale dell’Etna con acidità spiccata e quando lo assaggiano il riscontro è sempre positivo”.

Il piatto forte del ristorante è il cavolo trunzu di Acireale, che Grasso consiglia di accompagnare con un Etna bianco superiore. Ma la ricca carta dei vini ha al suo interno 250 etichette e di queste 150 sono di vini dell’Etna. 

Una passione, quella per il vino, che ha portato il proprietario a coltivare un vigneto a Zafferana Etnea, insieme a Martina. Il vino prodotto (un ettaro di vigneto di Nerello Mascalese da cui si ricavano circa tremila bottiglie e un altro ettaro di Carricante non ancora in produzione) si chiama Quinto Arco e può essere scelto nella lunga carta dei vini premiata del locale. “Mio padre – dice Martina – dava inizialmente il vino agli amici. Abbiamo ricevuto all’inizio diverse critiche ma adesso lo ricercano in molti quando vengono a mangiare da noi”. 

“Io ho creato le basi – dice Grasso – mia figlia ha adesso inserito dei vini naturali che sono i prediletti dai giovani. È stato molto bello poter volare a Bologna per essere premiati ed è stato anche inaspettato. Continueremo ora a selezionare cantine da proporre ai nostri clienti”.