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Magda Antonioli, docente alla Bocconi di Milano: “E’ il momento di investire, si pensa ancora che i turisti arrivino da soli”

23 Maggio 2013
antonioli antonioli

Il turismo del vino è un turismo di nicchia ma trasversale, perché a fronte di dieci euro spesi in cantina, sul territorio ne vengono spesi 60.

 Ma c’è ancora tanta strada da fare perché possa essere considerato un settore produttivo importante. Parola di Magda Antonioli Corigliano, docente associato del dipartimento di Analisi delle Politiche e Management pubblico dell’Università Bocconi di Milano ed esperta di economia del turismo.

“Il settore del turismo enogastronomico è in crescita – spiega –. Si tendono a fare vacanze più brevi ma più frequenti nei vari periodi dell’anno e i turisti sono sempre più attenti. C’è stato un buon incremento di presenze straniere distribuite su tutto il territorio nazionale, anche di quei turisti, come ad esempio russi o brasiliani, che prima cercavano altrove quello che oggi trovano in Italia”. Il vino innanzitutto, che rimane il prodotto più carico di significato al quale fa da accompagnamento il settore gastronomico.

“Il vino è quello che maggiormente comunica l’idea di italianità all’estero – dice la professoressa Antonioli – ma ancora non è stata compresa a fondo la sua potenzialità nella promozione del territorio”. In Italia, insomma, si ragiona ancora pensando che i turisti arrivino da soli, automaticamente, senza sforzi o investimenti. “Invece – aggiunge la docente – questo è il momento in cui bisognerebbe farli questi investimenti perché è un settore importante per la crescita dell’occupazione in tutto l’indotto. Promuovere il turismo del vino, ad esempio vuol dire far conoscere un territorio e i suoi prodotti agroalimentari. E’ necessario fare sistema, organizzarsi meglio e lasciare da parti le sterili rivalità che non portano ad una crescita. Io sono convinta – conclude – che, risultati alla mano, poco alla volta queste cose si cominceranno a capire e il turismo del vino potrà essere promosso come un settore produttivo importante per il nostro Paese”.  

C.M.