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Vinitaly 2009

I volti non noti del vino siciliano

02 Aprile 2009

I volti non noti
del vino siciliano

“È l’unica persona che può gestire l’azienda mentre noi siamo al Vinitaly”. Così Licia Cardillo Di Prima, scrittrice e moglie di Gaspare titolare dell’azienda di Sambuca di Sicilia (Agrigento), ha descritto Martino Armato, un cantiniere aiuto enologo di 48 anni. Uno dei tanti che fanno parte del mondo “dietro le quinte” del vino. Uno dei tanti che, anche se non sono in prima linea, contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi aziendali.

A pochi giorni dalla pubblicazione del suo libro Eufrosina, edito da Dario Flaccovio, la manager-scrittrice non dimentica anche il capo operaio, Francesco Cacioppo, 65 anni, che rappresenta la memoria storica dell’azienda, colui che “sa tutto su ogni singola pianta e ricorda anche i confini dei 37 ettari di vigneto, che ha nel tempo impiantato di persona”.
La forza dell’azienda agricola Milazzo di Campobello di Mazara (Agrigento) è principalmente dovuta invece a Giuliano Melluzza, ragioniere che si occupa degli aspetti amministrativi, e Giuseppe Fucà, agrotecnico che segue i lavori in vigna. “Entrambi sono under 40 – spiega Saverio Lo Leggio, in prima linea nel management aziendale – e su tutti e due si può fare affidamento anche al di fuori degli orari di lavoro. Difficile scegliere chi tra i due sia più indispensabile per l’azienda”.
Non ha dubbi invece Giovanni Lanzara, patron dell’omonima maison. “Il nostro giovane enologo Alessandro Giarraputo vive l’azienda come se fosse sua e spesso non va neanche in ferie”, precisa Lanzara, “gestisce la squadra in cantina e il personale che cura i vigneti in modo da avere risultati omogenei in entrambi i livelli”. E intanto Settesoli ha fatto delle “seconde file” il cavallo di battaglia di questa edizione del Vinitaly, allestendo il proprio stand con i volti di 100 dei circa 2000 conferitori della Cantina sociale di Menfi.
Ma c’è anche chi non da nomi e cognomi, sottolineando l’importanza della squadra. “È importante il lavoro di chi lava la botte, così come quello di chi risponde al telefono o di chi lavora in vigna o nella comunicazione, ma è fondamentale che tutti si lavori per lo stesso scopo, ovvero portare e mantenere all’antico successo i marchi Duca di Salaparuta e Florio”, spiega Carlo Casavecchia, enologo di Vini Corvo, azienda che conta oltre 130 operai in cantina e 50 in vigna.
Per Vito Catania, della Gulfi di Chiaramonte, azienda che produce circa 220 mila bottiglie, “neanche il titolare è una persona chiave senza la propria squadra”. Se poi la squadra è giovane è anche meglio. Secondo Alberto Cusumano, “la forza dell’azienda è data dai giovani che stanno dietro le quinte e che lavorano in sinergia tra loro”. Un esempio: Mario Romeo, enologo 35enne, piemontese ma col cuore siciliano, che ha deciso di sposare assieme agli altri giovani dell’azienda, la stessa filosofia aziendale. 
 

Annalisa Ricciardi