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Vino della settimana

Vino delle settimana – Castel del Monte Riserva Docg Ottagono 2014 di Torrevento

07 Aprile 2018
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di Federico Latteri

Oggi siamo in Puglia, nella zona “aspra e selvaggia” della Murgia, parte nord, sempre all'interno dell'omonimo Parco.

Qui si fonde perfettamente il rapporto tra uomo e natura. Da queste parti, nel 1400, in contrada Torre del Vento, venne eretto un monastero benedettino interamente in pietra. Parte da qui, in qualche modo, la storia di Torrevento. E che ha legami anche con il “sogno americano”, una nave, un oceano e le luci sfavillanti di New York. Era il 1913. Francesco Liantonio (nonno dell’omonimo Francesco, oggi Presidente di Torrevento) appena sedicenne decise di imbarcarsi sulla nave “Hamburg”, destinazione New York, in cerca di fortuna.  Nel 1923, dopo dieci anni dal suo arrivo in America, Francesco Liantonio ha creato la sua piccola fortuna grazie a una fabbrica del ghiaccio e, con i proventi di quel duro lavoro, torna nella sua amata Puglia. Qui, a Palo del Colle, realizza il suo sogno: produzione e commercio di olio extravergine di oliva e trasformazione delle uve. Nel 1948 la famiglia Liantonio acquista in contrada “Torrevento”, proprio ai piedi del famoso Castel del Monte, l’antico monastero benedettino con 57 ettari di vigneto circostante. Due anni dopo Gaetano Liantonio eredita la tenuta, la ristruttura e continua l’attività produttiva creando la cantina vinicola a carattere rurale, Vinicola Torrevento. Ma è nel 1989, con Francesco Liantonio (attuale Presidente e Amministratore Delegato) che nasce la Torrevento Srl. 

Grandi cantine scavate nella roccia del monastero benedettino custodiscono il vino dell'azienda, affinato in preziose botti di legno di rovere e piccole barrique, secondo le antiche tradizioni vinicole locali a cui si affiancano, oggi, le più moderne tecniche di vinificazione. I vigneti dell'azienda “toccano” vari territori. A nord la zona del Castel del Monte. Qui rocce calcaree compongono l'altopiano delle Murge, il cui nome deriva da Murex, pietra aguzza. Dossi e avvallamenti di origine carsica si alternano a tratti pianeggianti costituiti da superfici spianate, in cui la terra pietrosa, resa coltivabile dall'ingegno dell'uomo, è diventata presupposto di tipicità e gusto. Un territorio selvaggio, dal clima tipicamente mediterraneo, dove estati calde e aride si alternano a inverni lunghi e freddi spesso accompagnati nella parte più a nord da precipitazioni nevose. Le piogge, molto rare in estate, si concentrano alla fine dell'autunno. In questa terra a nord si coltivano Nero di Troia, Bombino nero, Bombino Bianco, Moscato Reale, Pampanuto e l'Aglianico per ottenere vini dal bouquet pieno, con sentori speziati, dal gusto corposo.

Poi c'è la Valle dell'Itria. Qui si passa dall'asprezza tipica del paesaggio della Murgia a poggi e avvallamenti, querceti, vegetazione mediterranea e vigneti. Muretti a secco ben allineati contengono le cosiddette “terre rosse”, a ridotta fertilità e in grado di conferire particolare pregio alle produzioni viticole. La Valle d’Itria, le cui caratteristiche costruzioni in pietra (i trulli) sono state riconosciute Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è un territorio dalla forte vocazione vitivinicola. Qui Torrevento coltiva varietà autoctone a bacca bianca come il Fiano Minutolo – per un vino dal colore paglierino e sentori delicatamente fruttati – e il Primitivo, il cui nome deriva dalla precocità di maturazione dell'uva.


(Francesco Liantonio)

Scendendo ancora più a sud, trasportati dal caldo vento di scirocco, si arriva sulla costa salentina, il “Tacco d’Italia”, dove dominano i forti profumi salmastri, i paesaggi azzurro mare e il riflesso argentato degli ulivi tra le sagome di antiche torri di avvistamento. Un territorio argilloso e calcareo, pianeggiante e dolcemente adagiato tra due mari, lo Jonio e l’Adriatico. Qui vengono coltivati i vitigni autoctoni locali, il Niuru Maru, forma dialettale leccese per il celebre Negroamaro. Sull’origine di questo nome non paiono esserci molti dubbi: i due termini “nero” e “amaro”, infatti, ben descrivono i due tratti fondamentali di queste uve.

Sono otto le linee di produzione di Torrevento: I Castel del Monte Docg, I Castel del Monte Doc, I classici, I varietali Matervitae, Le Rare Vigne – Primitvo, Le Rare Vigne – Salice Salentino, I frizzanti, I quotidiani, per un totale di 23 etichette diverse prodotte. Noi abbiamo scelto Ottagono, che fa parte della linea Castel del Monte Docg. Le uve di Nero di Troia vengono coltivate nelle colline dell'area del Castel del Monte Doc, nel vigneto della piana di San Giuseppe a circa 500 metri di altezza sul livello del mare. Il suolo è in prevalenza calcareo roccioso. Le uve vengono coltivate con il sistema della controspalliera guyot e la vendemmia viene fatta, di solito, all'inizio di novembre. Dopo viene fatta una fermentazione con lunga macerazione. Il vino fa affinamento in cemento per 8 mesi, in botti di rovere per circa 12 mesi. 

Il vino si presenta di colore rosso rubino scuro quasi impenetrabile. Ha un naso intenso di amarena, mirtillo e confettura di prugna, arricchito da sentori di spezie dolci e da una punta balsamica. Il sorso è pieno, potente, armonico, con grande presenza di frutto e una nota sapida. Fitti e fini i tannini e lunghissima la persistenza. Un rosso autoritario, ma anche ben equilibrato che andrà avanti negli anni. E' un vino importante da abbinare ai grandi piatti di carni rosse, oppure alla selvaggina. Perfetto con i formaggi stagionati. Si trova in enoetca al prezzo di circa 15 euro.

Rubrica a cura di Salvo Giusino

Torrevento
Sp 234, km 10,600 – Corato (Ba)
080 8980923
www.torrevento.it