Ci troviamo a Caltagirone, nell’area che corrisponde all’entroterra della Docg Cerasuolo di Vittoria. Qui nel 2016 nasce Tenuta Valle delle Ferle, l’azienda di Andrea Annino e Claudia Sciacca, due giovani ingegneri innamorati di questi luoghi, che da allora portano avanti con idee molto chiare un interessante progetto vitivinicolo. Tutto inizia con l’acquisizione di un palmento del Diciottesimo secolo circondato da 10 ettari di vigneti. Sono le parcelle più antiche di Caltagirone, situate a 400 metri sul livello del mare e costituite da viti di cinquant’anni piantate come si usava in passato, “ammiscate”, cioè alternando in maniera casuale nello stesso filare Nero d’Avola e Frappato. Secondo le tradizioni del posto le due varietà non venivano vinificate separatamente come si fa oggi, ma insieme e Andrea e Claudia hanno ripreso questo metodo per produrre un Cerasuolo di Vittoria che sia profondamente legato al luogo d’origine. Da subito i vigneti sono stati coltivati in biologico (la conversione si è conclusa nel 2020) e oggi è presente la certificazione bio anche per tutte le lavorazioni in cantina e per l’oliveto.
Grande importanza è data alla sostenibilità ambientale, sia in vigna dove gran parte del lavoro è manuale e si usano materiali naturali per ridurre al minimo la presenza di plastica tra i filari, sia nel packaging per il quale si fa ricorso a carta ecologica, bottiglie di media pesantezza e cartoni per confezionare il vino che consentono di non usare né colla, né nastro adesivo. In cantina si lavora nel massimo rispetto della materia prima e si utilizzano tecnologie all’avanguardia per esaltarne le caratteristiche. In questo modo Andrea e Claudia, che seguono personalmente tutte le fasi della filiera produttiva e ogni attività aziendale compresa l’accoglienza, portano avanti la loro idea che è quella di fare vini con una precisa personalità in grado di raccontare il terroir di provenienza. La produzione complessiva è di circa 28 mila bottiglie l’anno con una gamma di etichette composta da alcuni rossi, un rosato, un bianco e uno spumante rosato Metodo Classico. Tutti i vini vengono ottenuti da Nero d’Avola e Frappato, in blend o in purezza.
Ci è piaciuto molto il Vittoria Doc Frappato 2023, a nostro parere uno dei rossi più rappresentativi dell’azienda. E’ fatto con uve Frappato cento per cento coltivate nei vigneti precedentemente descritti che si estendono su suoli sabbiosi – argillosi di origine alluvionale, caratterizzati da abbondante presenza di scheletro. Le viti sono allevate a controspalliera con potatura a cordone speronato e densità di 4 mila ceppi per ettaro. Molto basse le rese che non superano i 45 quintali per ettaro. La vendemmia viene effettuata manualmente con scrupolosa selezione dei grappoli. La vinificazione prevede fermentazione a temperatura controllata in serbatoi di acciaio inox con 8-10 giorni di macerazione sulle bucce. Successivamente è previsto un periodo di affinamento in acciaio che si protrae per 12 mesi, seguito da altri 6 mesi di riposo in bottiglia.
Versato nel calice, il Frappato 2023 si fa subito apprezzare per il suo bel colore, un rosso rubino leggermente scarico con vividi riflessi porpora. E’ intenso e pulito al naso con profumi di petali di rosa, ciliegia matura, fragola e un sottile tocco di pepe. Si tratta di un bouquet nitido nel quale la parte floreale si fonde in modo armonico con quella fruttata, completandosi con la spezia che, anche se più in sottofondo, regala maggiore vivacità. In bocca è fresco, fragrante, snello, equilibrato e provvisto di tannini garbati che incidono nella giusta misura. Coerente con l’olfatto il gusto che risulta dominato dalla frutta rossa, mentre al retronaso sono i fiori ad essere preponderanti. Chiude con una scia sapida di buona lunghezza. Un Frappato ben riuscito che interpreta fedelmente un terroir particolare, quello di Caltagirone, fornendo un profilo ben bilanciato e mostrandosi più fresco e sobrio rispetto alla media della tipologia, ma proprio per questo particolarmente piacevole e facile da bere. Può essere abbinato a diversi piatti della cucicna di terra, dagli antipasti e i primi a base di verdure e ortaggi alle carni bianche, oppure al pesce azzurro, soprattutto se cucinato con salsa di pomodoro.
Rubrica a cura di Salvo Giusino
Tenuta Valle delle Ferle
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