È ancora presto per sapere di più sul prossimo raccolto della mela annurca ma intanto si guarda il cielo e ci si prepara ad organizzare gli eventi più importanti per celebrare questo frutto, vero scrigno di sapore, antica tradizione e salutismo. Parliamo, per l’appunto della Mela Annurca Igp, tipico prodotto della Campania di cui da venti anni esiste un Consorzio di Tutela presieduto da Giuseppe Giaccio.
Oggi la produzione media è stimata in 600 mila tonnellate ma si teme che quest’anno possa esserci un calo a causa delle condizioni climatiche di questi mesi. I produttori che fanno parte del consorzio sono 130 suddivisi nei territori di ben 173 comuni, in pratica in buona parte del territorio campano, tutte le province esclusa quella di Avellino, anche se a detta di molti l’Alto Casertano sarebbe il cuore produttivo della Mela Annurca Igp. Di cui esistono due versioni: c’è l’Annurca e c’è l’Annurca Rossa del Sud. La prima rappresenta il 15 per cento della produzione ed ha la particolarità di completare la propria maturazione dopo la raccolta. E grazie a questa fase che la mela acquisisce la sua caratteristica colorazione rossastra rimanendo una decina di giorni nei cosiddetti melai, ovvero piccoli appezzamenti di terreno su cui sono stesi materiali soffici come la paglia, aghi di pino o altre sostanze vegetali. Utile sapere che il 30 per cento della produzione viene venduta in Campania mentre il restante 70 per cento nel resto d’Italia e timidamente all’estero, magari come prodotto trasformato. Il valore dell’intero raccolto si stima in almeno 50/60 milioni di euro.
“È ancora un po’ presto per capire come andrà il raccolto – dice Giuseppe Giaccio, il presidente del Consorzio – incrociamo le dita per avere condizioni climatiche favorevoli in queste settimane. Giusta pioggia e temperature moderate, per esempio. Dovremmo cominciare da metà settembre in poi fino a fine ottobre”. Davvero tante le proprietà salutistiche della mela annurca, vero toccasana per il nostro organismo. E davvero notevole la storia di questa varietà di mele le cui prime notizie risalgono ad almeno duemila anni fa. E davvero ampia anche la versatilità di questo frutto che si può semplicemente sbucciare e mangiare oppure utilizzare come ingrediente per ricette elaborate di secondi di carne, oppure ancora trasformato in succo ed altre bevande come ha spiegato lo stesso Giaccio al Fancy Food di New York pochi mesi fa. E intanto è partita la macchina organizzativa per alcuni eventi legati alla Mela Annurca in concomitanza con il periodo di raccolta. Uno degli appuntamenti più attesi dell’autunno campano è la storica Festa della Mela Annurca di Valle di Maddaloni, che quest’anno giunge alla sua XXXI edizione. La manifestazione si svolgerà nei fine settimana del 17/19 ottobre e 24/26 ottobre, trasformando il cuore del paese in un grande palcoscenico di tradizioni, sapori e cultura.
Organizzata dalla pro loco “Valle” con il patrocinio del Comune di Valle di Maddaloni, dell’Epli – Ente Pro Loco Italiane, della Regione Campania, della Provincia di Caserta, della Reggia di Caserta e di numerosi enti e associazioni locali, la festa – recita una nota stampa – “è ormai un appuntamento imperdibile per chi ama riscoprire le radici e le eccellenze del territorio. Il centro storico di Valle di Maddaloni si animerà con un’atmosfera magica e coinvolgente, diventando un vivace teatro all’aperto. Stand enogastronomici offriranno prodotti tipici, mentre artigiani locali presenteranno le loro creazioni fatte a mano, regalando un’esperienza sensoriale fatta di colori, profumi e sapori autentici.
La Mela Annurca, autentico gioiello dell’agricoltura campana, riconosciuta come eccellenza nazionale, sarà la regina indiscussa della festa. Sarà protagonista in mille gustose declinazioni: dalle marmellate artigianali alle torte fragranti, dalle conserve tradizionali ai succhi freschi, fino ai piatti unici preparati con cura dalle massaie vallesi, custodi di antiche ricette tramandate di generazione in generazione”.
E ancora “non mancheranno i piatti tipici della tradizione popolare locale: minestre di campo, fagioli, pan cotto e le tipiche nfrennole, accompagnati da carne alla brace. Il tutto esaltato dall’olio extravergine e dai vini locali”.