Alla Mostra di Venezia, nella sezione Giornate degli Autori, arriva La quinta stagione, nuovo lavoro di Giuseppe Carrieri, che sceglie la cucina per parlare di tutt’altro: memoria, identità, possibilità. L’idea nasce da Paola Valeria Jovinelli e trova corpo in un film che non si accontenta di riprendere fornelli e piatti, ma tenta di raccontare quel momento invisibile che precede la creazione, quando ancora nulla è servito e tutto è in potenza.
Cinque protagoniste — Martina Caruso, Caterina Ceraudo, Valeria Piccini, Antonia Klugmann, Cristina Bowerman — disegnano una geografia femminile dell’alta cucina italiana. Calabria agricola, isola di Salina, Toscana contadina, Friuli di confine e Roma multiculturale: territori diversi che diventano i veri set del film, ognuno con la sua luce e i suoi silenzi. Non a caso la voce narrante è quella di Isabella Ragonese, presenza discreta che accompagna senza spiegare, restituendo piuttosto l’eco dei pensieri e dei gesti.
Carrieri, già autore di documentari come In Utero Srebrenica e Hanaa, continua a muoversi su una linea di confine tra cinema del reale e sguardo poetico. La quinta stagione non cerca l’illustrazione, ma l’evocazione: ciò che in cucina non si vede — il dubbio, l’attesa, la memoria personale — diventa materia filmica. Un approccio che ricorda certe derive liriche del documentario europeo, da Ermanno Olmi fino a una certa sensibilità della scuola francese contemporanea, dove il gesto quotidiano si trasforma in segno universale.
Il titolo non è un vezzo poetico: la “quinta stagione” è quel tempo che sfugge alla logica della produzione e dell’orologio, e che il film prova a intercettare. Un tempo interiore, sospeso, che diventa anche metafora di uno sguardo femminile ancora troppo poco narrato nell’universo della cucina stellata.
Prodotto dalla Fondazione Arte del Convivio con IULMovie LAB, il documentario dura appena un’ora, ma sceglie di non comprimere i racconti: preferisce il ritmo lento di una conversazione, il dettaglio minimo che dice più di una ricetta. In questo senso, si colloca in quella linea di cinema che non descrive ma interroga, cercando di trasformare un mestiere in un linguaggio esistenziale.
Alla fine resta l’idea che cucinare, almeno per queste cinque voci, significhi soprattutto immaginare il futuro. Una pratica non tanto del nutrire, quanto del raccontarsi. E forse questa “quinta stagione” non riguarda solo la cucina, ma anche il cinema stesso, quando riesce a mostrarsi non come industria, ma come spazio di libertà.
E poi, diciamolo: se dopo la proiezione ci verrà voglia di un piatto stellato, magari di Martina Caruso, sarà una comprensibile conseguenza. Perché nonostante pause, silenzi e visioni, resta pur sempre l’arte antica della cucina a farci venir fame. E in questo, nessun festival potrà mai competere con una buona tavola.
Proiezione
2 settembre 2025 – ore 18:00
Sala Laguna, Giornate degli Autori
Prenotazione: www.giornatedegliautori.com
Crediti tecnici
Regia Giuseppe Carrieri
Sceneggiatura Giuseppe Carrieri, Paola Valeria Jovinelli
Fotografia Francesca Trovato
Montaggio Margherita Freyrie
Color correction Cecilia Barbuti
Musica Carlo Bosco
Suono Francesco Iachello
con
Caterina Ceraudo
Martina Caruso
Valeria Piccini
Antonia Klugmann
Cristina Bowerman
Isabella Ragonese
Produzione Arte del Convivio
Co-produzioni IULMovie LAB / Doc Bureau / Heart Project
Produttrice Paola Valeria Jovinelli
in collaborazione con Nel mio piccolo
Durata: 60 minuti | Italia | 2025 | colore | italiano