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Scenari

Pinot Nero d’Italia 2026: la nuova guida di Vinodabere racconta una realtà sempre più nazionale

15 Settembre 2025
un vigneto di Pinot Nero in Alto Adige un vigneto di Pinot Nero in Alto Adige

Alto Adige leader assoluto, 37 etichette premiate e quattro vini valutati con 100/100

Il Pinot Nero è il vitigno che più di altri divide e affascina: difficile da coltivare, complesso da vinificare, capace però di regalare vini di rara eleganza. Lo conferma l’uscita della nuova Guida ai migliori Pinot Nero d’Italia 2026 di Vinodabere.it, curata dai giornalisti Maurizio Valeriani e Antonio Paolini, che fotografa un panorama in rapida evoluzione.

La novità di quest’anno è l’apertura a categorie finora escluse: non solo rossi, ma anche spumanti, bianchi e rosé con almeno l’80% di Pinot Nero. Una scelta che cambia la geografia della guida e allarga il ventaglio delle interpretazioni possibili, mettendo in evidenza aree in forte crescita. Su 250 vini degustati, 145 sono stati inseriti in guida e ben 54 hanno ottenuto la “Standing Ovation”, il massimo riconoscimento della redazione.

Tra le new entry, brillano gli spumanti. Il Piemonte conferma il decollo dell’Alta Langa, con sei etichette recensite e tre premiate, mentre la Lombardia gioca la carta dell’Oltrepò Pavese, presente con 15 bollicine e quattro riconoscimenti massimi. In evidenza anche il Trentino, fedele alla sua tradizione metodo classico, con quattro spumanti e due Standing Ovation.

Il cuore del Pinot Nero italiano resta però l’Alto Adige. La regione ribadisce la propria leadership con 37 vini recensiti, 21 premiati e soprattutto i quattro vini che hanno ottenuto la valutazione perfetta di 100/100: il Pinot Nero Riserva Lafóa 2021 di Cantina Colterenzio, il Riserva Luma 2022 di Tenuta Romen, il Riserva Matan Glen 2022 di Tenuta Pfitscher e il Pinot Nero Buchholz 2023 di Castelfeder. È un primato che conferma la capacità altoatesina di esprimere il vitigno con rigore e finezza, al punto da fissare lo standard nazionale.

La Toscana, pur con una tradizione ormai consolidata, quest’anno compare con sei etichette, una delle quali premiata. Un segnale che non indica un arretramento, ma piuttosto l’innalzamento della soglia qualitativa: la concorrenza cresce e mantenere la posizione richiede livelli sempre più alti. Da notare il successo della marchigiana Fattoria Mancini, pioniera del Pinot Nero in Italia centrale, capace di conquistare una Standing Ovation con un bianco e altri due riconoscimenti con i suoi rossi.

La vera sorpresa della guida 2026 è la diffusione del Pinot Nero lungo tutta la penisola. Etichette da Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta sono entrate in classifica, a dimostrazione che il vitigno ha ormai assunto una dimensione nazionale. Non più un’eccezione legata alle sole aree storiche, ma una sfida che diverse regioni hanno scelto di affrontare con convinzione.

La guida non è solo un esercizio di stile enologico: racconta anche il valore economico e culturale del Pinot Nero in Italia. Un vitigno difficile, che richiede ricerca e investimenti, ma che oggi appare come uno dei terreni più fertili per chi vuole misurarsi con standard internazionali. L’Italia, grazie alla varietà dei suoi territori e alla creatività dei produttori, si presenta sempre più come laboratorio di interpretazioni originali, capace di affiancare all’eccellenza dell’Alto Adige una pluralità di voci nuove.