«Noi non siamo fuori dal mondo, siamo dentro al mondo e vediamo come, da tempo, la fame e la malnutrizione siano usate come arma di guerra. Siamo in presenza di qualcosa di mai visto, dove si uccide con determinazione la povera gente e i bambini. Ecco perché non possiamo e non dobbiamo stare in silenzio: quello del governo israeliano è un atteggiamento criminale intollerabile. A chi dice che questo non c’entra coi formaggi rispondo che c’entra eccome, perché Cheese è un luogo di pace, confronto e di dialogo, che unisce persone da tutto il mondo».
Con queste parole, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini ha aperto la 15ª edizione di Cheese, la manifestazione internazionale dedicata ai formaggi a latte crudo, organizzata da Slow Food e Città di Bra, con il sostegno della Regione Piemonte e il patrocinio dei ministeri dell’Agricoltura e del Turismo.
Nell’intervento inaugurale, Petrini ha ricordato i seimila studenti provenienti da oltre cento Paesi che hanno frequentato l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, riportando nel mondo i valori di Slow Food e il ricordo di Bra. Ha ribadito l’importanza dell’educazione alimentare, anche in ambito caseario: «Tutti i produttori presenti a Cheese operano a norma di legge e i criteri con cui li abbiamo selezionati sono rigorosi. Non si può andare avanti per decreti e norme e costringere i casari a passare da un obbligo all’altro».
Durante la cerimonia sono stati consegnati i Premi Resistenza Casearia, riconoscimenti destinati a donne e uomini che incarnano i valori della manifestazione e di Slow Food.
Premio resistenza casearia 2025
Il tema di questa edizione, C’è un mondo intorno, è stato al centro del saluto della presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini: «Un mondo fragile che cade sotto i colpi dell’industrializzazione di tutto e tutti, cade di fronte a una drammatica separazione degli esseri umani dalla natura e dagli animali, cade per via di un turismo aggressivo e veloce, cade perché mancano politiche lungimiranti sulle aree interne, collinari e montane».
Nappini ha sottolineato il ruolo educativo e collettivo della manifestazione: «Cheese vuole essere anche quest’anno una festa popolare di pace, in cui non si lascia indietro nessuno. E annunciamo qui che parteciperemo numerosi alla marcia per la pace Perugia-Assisi del 12 ottobre prossimo per gridare che il cibo non può e non deve essere strumento di guerra».
Al messaggio di Slow Food si sono affiancati quelli delle istituzioni. Paolo Bongioanni, assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, ha ricordato l’attualità del progetto lanciato da Petrini trent’anni fa e ha insistito sulla necessità di «assicurare la sicurezza dei prodotti e al tempo stesso far crescere le imprese», con controlli adeguati e comunicazione chiara verso i consumatori.
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, in una lettera ha definito Cheese «un gioiellino del nostro Piemonte» e «laboratorio di tradizione e cultura contadina», mentre il sindaco di Bra, Gianni Fogliato, ha sottolineato il ruolo della manifestazione nel trasformare e valorizzare la città: «Cheese ci ha insegnato che i valori che celebriamo durante l’evento devono vivere tutto l’anno… In ogni edizione Bra ha saputo aprirsi al mondo non solo come un luogo da visitare, ma come comunità in cui sentirsi a casa».
Per quattro giorni, le vie e le piazze di Bra ospitano oltre 400 espositori provenienti da 14 Paesi, tra cui 90 Presìdi Slow Food. Il programma prevede conferenze, convegni e oltre 350 eventi, dai Laboratori del Gusto alle degustazioni, dall’Osteria dell’Alleanza alla Gran Sala Vini, fino alle cucine di strada e ai food truck.
Protagonisti non solo i formaggi a latte crudo, ma anche i mestieri legati alla filiera, le razze autoctone, i pascoli e la biodiversità. Una festa collettiva che, come ha ribadito Petrini, non è mai stata soltanto gastronomica, ma anche sociale e politica: un invito a riflettere, insieme, sul futuro del cibo e delle comunità.