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Birra della settimana

Innsbruck, dal convento al brewpub: un fine settimana tra le spine della capitale del Tirolo

26 Ottobre 2025
La birra della tirolese Bierol La birra della tirolese Bierol

Dalla Dunkel alla Spiced IPA, itinerario urbano in quattro tappe ai piedi delle Alpi austriache

Se vi capitassero sotto gli occhi o alle orecchie termini come Enoponte o Ponteno, sappiate che si tratta di Innsbruck (così come veniva tradotta in fonti documentali anche antiche, oltre che nel periodo dell’occupazione sabauda successivo alla Prima guerra mondiale, tra il 1918 e il 1920). E sì, siamo assolutamente d’accordo: le traduzioni dei toponimi – nel nostro caso, appunto, Innsbruck, cioè “ponte sul fiume Eno” – possono dar luogo a vere e proprie atrocità. La graziosa città mitteleuropea di cui parliamo si è vista italianizzare addirittura in Isprùcco: mai sperare che il peggio abbia un limite.

Oggi, per fortuna, Innsbruck è semplicemente lei. Capoluogo austriaco dello Stato federale del Tirolo, quinto maggior centro urbano del Paese (dopo Vienna, Graz, Linz e Salisburgo), sorge a 544 metri di altitudine ed è incastonata tra le maestose giogaie di varie catene alpine. Elegante, educata, accogliente: mèta ideale – benché non sempre amica del portafoglio, va detto – per chi cerca panorami, cultura e buona birra.

Un aspetto, questo, che abbiamo toccato con mano durante un piacevole fine settimana, scandito da tappe (ciascuna corrispondente a un diverso locale di mescita) che riportiamo di seguito, ricostruendole boccale dopo boccale, lungo il filo di una facile passeggiata: gli indirizzi delle nostre soste, infatti, sono tutti in centro e assai vicini tra loro.

Tradizione: Stiftskeller

Per chi ama atmosfere e bevute classiche, un portone sicuro a cui bussare – in Stiftgasse 1 – è quello dello Stiftskeller: ristorante tipico allestito in quello che fu un convento femminile, tra luci calde, legno e pietra (il piano interrato conserva ancora le fondamenta dell’antico edificio religioso). La cucina attinge a piene mani dal ricettario tirolese, accompagnando i piatti con le etichette della Augustiner (Monaco di Baviera è poco più di 150 chilometri). Tra queste, la morbida Dunkel: colore ramato, aromi di biscotto, caramello e miele, finale di lieve amaricatura tostata, il tutto a un grado alcolico moderato, non oltre i 5,6.

Un tavolo allo Stiftskeller

Allegria: Franzs

A 150 metri, in Herzog-Friedrich-Straße 11, ecco un altro ristorante d’impronta gastronomica tipica, ma con formula più sbarazzina, essendo anche bar. È il Franzs, che propone una carta degli alcolici comprendente diversi vini e le birre di due produttori: il tedesco Wildbräu (a Grafing bei München) e l’austriaco Trumer (a Obertrum bei Salzburg). Quest’ultimo si presenta con prodotti di assoluta affidabilità, come la sua Pils, lavorata con luppoli in fiore (tra cui Saaz) e fermentazione in tino aperto. Dorata e luminosa, parla al naso con note di pane chiaro, fiori di campo ed erbaceo fresco; conquista poi con una bevuta saettante (4,9 gradi) e un finale pulito e secco.

Modernismo: Tribaun

Giusto altri cinque minuti a piedi ed eccoci – in Museumstraße 5 – di fronte all’insegna del Tribaun. Un locale frizzante e vissuto, la cui fisionomia, pur tra murature e volte a crociera d’epoca, si caratterizza per un’anima decisamente più craft e giovane: tap-list elettroniche, rotazioni dinamiche, pubblico allegro. Tra i marchi presenti in spina spiccano il bavarese Hoppebräu e soprattutto l’austriaco Bierol. Dalla loro ampia cartuccera (fatta di stagionali, speciali, collaborazioni e one shot), abbiamo degustato diverse birre:

  • Schwoicher Helles (4,9 gradi), Keller Helles non filtrata né pastorizzata, con orzo coltivato e maltato in loco, luppolata con varietà della Hallertau. Bevuta facile, naso di panificazione e prato falciato, gusto bilanciato e irresistibile.

  • Spruce Willis (6,5 gradi), Spiced IPA stagionale con coni e aghi di abete rosso e luppoli Chinook. Leggermente ambrata, pulita, profuma di resina, incenso e arancia, offrendo un sorso sorprendentemente agile.

  • Deep Dark Woods (6,4 gradi), una delle poche superstiti della “specie” Black IPA: colore ebano, profumi torrefatti e agrumati, bocca equilibrata e priva di eccessi amaricanti.

Brewpub Puro: Bierfabrik

Dopo dieci minuti di cammino (stavolta si è esagerato), il nostro itinerario trova la sua stazione d’arrivo in Viaduktbögen 25, di fronte al Bierfabrik: un suggestivo brewpub allestito sotto una campata del viadotto ferroviario cittadino. Impianto a vista, legno, laterizio, luci basse e lavagne di gesso per l’offerta del giorno: atmosfera perfetta. Seduti al bancone, assaggiamo:

  • Innsbrucker Lager (Keller Helles, 4,7 gradi): chiara e velata, aromi di miele e crosta di pane, buona effervescenza e chiusura delicatamente amara;

  • Local Ale (Spiced Pale Ale con erbe alpine, 5,7 gradi): paglierina, profumi erbacei e citrici, palato fluido e morbido;

  • Dunkel 14 (Dark Ale, 6,5 gradi): bruna e profonda, naso di cioccolato e caramello, corsa gustativa agile, bollicina sottile e finale rotondo.

Innsbruck, tra un boccale e l’altro, resta una piccola meraviglia di misura e civiltà, dove ogni sorso racconta la montagna e la città con la stessa voce: limpida, fresca e sincera.