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Scenari

L’Italia torna seconda nel mondo dell’olio: il debutto della nuova campagna a Roma

01 Novembre 2025
Tommaso Loiodice, Massimiliano Giansanti, Ignacio Silva Tommaso Loiodice, Massimiliano Giansanti, Ignacio Silva

Dati incoraggianti: alla “Prima dell’Olio”, Confagricoltura, Carapelli e Unapol rilanciano la filiera tra giovani, formazione e cultura del gusto

A Palazzo della Valle, nel cuore di Roma, si è alzato il sipario sulla nuova campagna olearia italiana. “La Prima dell’Olio”, così è stata chiamata la serata organizzata da Confagricoltura, Carapelli Firenze e Unapol, ha il tono di un debutto teatrale: l’olio nuovo entra in scena, con la promessa di un anno di rinascita e di dialogo tra produttori, istituzioni e consumatori.

Le previsioni per la campagna 2025/2026 restituiscono un quadro incoraggiante. Secondo i dati del Consiglio Oleicolo Internazionale, l’Italia tocca le 300 mila tonnellate di olio, segnando un +21% rispetto allo scorso anno e tornando secondo produttore mondiale dopo la Spagna. È un’Italia, però, a due velocità: il Sud cresce con vigore, mentre Centro e Nord registrano cali sensibili. Nel complesso del bacino mediterraneo, la Spagna resta leader con 1,37 milioni di tonnellate, ma in lieve flessione; Tunisia e Turchia, invece, arretrano nettamente, con riduzioni rispettive del 21% e del 43%.

Per il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, questo recupero di posizione non deve indurre a compiacersi: «L’Italia deve saper valorizzare le proprie potenzialità, con strategie mirate e una visione di filiera che tenga conto del nuovo scenario produttivo internazionale».

Sullo sfondo dei numeri, resta il tema centrale: il valore dell’olio italiano. Nonostante la concorrenza estera, l’extravergine nazionale continua a spuntare prezzi quasi doppi rispetto a quelli di Spagna e Grecia, confermando la forza del legame fra qualità, biodiversità e territorio. Un dato non trascurabile: nei primi sette mesi del 2025, la bilancia commerciale del settore è tornata in leggero avanzo, evento raro che segnala un riequilibrio in corso.

La serata romana è stata anche l’occasione per lanciare un progetto formativo destinato a riportare i giovani al centro della filiera. L’accordo tra Carapelli, Confagricoltura e Unapol prevede corsi negli istituti tecnici e nelle università, a partire dall’Istituto Agrario Garibaldi di Roma. Ignacio Silva, presidente di Deoleo-Carapelli Firenze, ha ricordato: «La sostenibilità non è solo ambientale: è anche sociale. Investire nei giovani significa dare un futuro alla cultura dell’olio».

La “Prima dell’Olio” è culminata in una cena firmata dallo chef Umberto Vezzoli, dove i nuovi oli della campagna, Cerasuola, Ravece, Coratina e Nocellara, hanno accompagnato i piatti come veri protagonisti, fino al dessert. Una degustazione in quattro atti che ha mostrato come la ristorazione possa diventare linguaggio di promozione culturale, capace di raccontare la ricchezza di cultivar, territori e persone.

Il presidente di Unapol, Tommaso Loiodice, ha sottolineato un concetto chiave: «L’extravergine non è un condimento, ma un alimento identitario, buono, salutare e sostenibile. Difendere la nostra olivicoltura significa proteggere una storia millenaria e renderla contemporanea».

Dal MASAF, intanto, arriva la conferma che formazione e comunicazione saranno pilastri del nuovo Piano Olivicolo Nazionale, i cui lavori sono in via di conclusione.

“La Prima dell’Olio” ha mostrato che la filiera italiana sa ancora unirsi e innovare. E che dietro ogni goccia verde dorata, oltre al frutto, c’è un racconto di persone, di stagioni e di visioni future.