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Scenari

“Così rischiamo di perdere terreno”: la denuncia di Uiv sul fronte export

01 Dicembre 2025
La vicepresidente di Uiv, Marzia Varvaglione a Villa Madama La vicepresidente di Uiv, Marzia Varvaglione a Villa Madama

Marzia Varvaglione: "Bene le nuove risorse in Finanziaria, ma serve una terapia d’urto per sostenere le imprese tra dazi, dollaro debole e consumi in frenata"

Il settore del vino italiano guarda con preoccupazione ai mercati esteri, tra l’incognita dei dazi e un calo sensibile delle esportazioni verso gli Stati Uniti. A lanciare l’allarme è Marzia Varvaglione, vicepresidente dell’Unione Italiana Vini (Uiv), intervenuta a Villa Madama durante un convegno organizzato dal ministero degli Affari esteri nell’ambito della Settimana della Cucina Italiana.

Secondo la Varvaglione, l’aggiunta di 100 milioni di euro annui per la promozione e l’internazionalizzazione nel Disegno di Legge di Bilancio rappresenta «un segnale positivo», ma non ancora sufficiente per tamponare una situazione resa critica dai dazi in arrivo e dall’indebolimento del dollaro. «La speranza è che si possa giocare un ‘secondo tempo’ con un’esenzione per il comparto wine and spirits – ha spiegato – ma intanto è fondamentale che una quota importante di queste risorse vada al vino, oggi più che mai esposto al rischio di ridimensionamento.

I numeri illustrati da Uiv mettono in evidenza un rallentamento significativo. Dopo un primo trimestre gonfiato dal frontloading pre-dazi (+12,5%), le esportazioni verso gli Stati Uniti hanno invertito la rotta: –4% nei primi nove mesi dell’anno e un crollo del –23% nell’ultimo trimestre.

In parallelo, l’Osservatorio Uiv indicano un calo del 15,5% del prezzo medio dei vini italiani diretti oltreoceano nel periodo luglio-settembre. Una sorta di “auto-tassazione” che le aziende hanno adottato per non perdere quote di mercato, ma che, avverte l’associazione, non può essere sostenuta ancora a lungo.

«In questa fase di pesante incertezza – ha sottolineato Varvaglione – serve aumentare il sostegno alla promozione estera, affiancandolo a progetti realmente efficaci e condivisi con le imprese».

Uiv sollecita quindi un incremento del budget per l’internazionalizzazione e un maggiore coinvolgimento dell’Agenzia Ice, all’interno di una regia pubblico-privata capace di orientare risorse e strategie verso i mercati più sensibili. Una “terapia d’urto”, come definita dall’associazione, ritenuta ormai indispensabile per difendere la competitività del vino italiano nel panorama globale.