Un vino buono e pulito deve essere anche un “vino giusto”, prodotto senza sfruttare lavoratori e territori, capace di generare valore condiviso, lavoro dignitoso, inclusione e nuove opportunità. E’ questo il tema della nuova edizione dello Slow Wine Fair stata presentata a Milano durante una conferenza stampa. Il sito slowinefair.slowfood.it presenta già un catalogo dei primi 500 di oltre 1000 produttori che saranno presenti a BolognaFiere, insieme alla possibilità di acquistare i biglietti di ingresso, la domenica per il pubblico di appassionati e il lunedì e il martedì con un taglio b2b. Per la sua quinta edizione, la Slow Wine Fair apre un nuovo fronte di riflessione e confronto: quello del vino giusto, approfondendo la dimensione sociale della filiera vitivinicola. Dopo aver indagato la salute del suolo, il packaging e la logistica come elementi chiave della sostenibilità, l’edizione 2026 amplia ulteriormente lo sguardo, mettendo al centro non solo la qualità organolettica e ambientale del vino, ma anche il suo impatto sulle persone e sulle comunità.
È su questi temi che la Slow Wine Fair 2026 diventa terreno di dialogo tra produttori, esperti, ricercatori, consorzi, istituzioni, buyer e professionisti dell’Horeca. Attraverso conferenze e incontri – sia online a partire da gennaio sia nei tre giorni in fiera – l’evento invita a riflettere sul ruolo sociale del vino come strumento di integrazione dei lavoratori stranieri, di promozione dell’imprenditoria femminile e giovanile, e di rigenerazione delle Terre Alte, spesso marginalizzate ma ricche di potenzialità. Una sfida complessa, che non ha risposte univoche ma richiede visione, alleanze e scelte produttive coraggiose.
Gianpiero Calzolari, Presidente BolognaFiere: “Slow Wine Fair si conferma una piattaforma che unisce valore culturale, visione internazionale e una filiera sempre più attenta alla sostenibilità. Il tema del vino giusto amplia lo sguardo sulla dimensione sociale del settore, mettendo al centro lavoro dignitoso, inclusione e responsabilità verso i territori. Per BolognaFiere, Slow Wine Fair e SANA Food rappresentano appuntamenti chiave dedicati al canale Horeca e alla qualità dei consumi fuori casa, ambiti nei quali vogliamo generare contenuti, connessioni e nuove opportunità di business. La sinergia con Slow Food rafforza questo percorso per la costruzione di un ecosistema che promuove competenze, responsabilità e una cultura del cibo e del vino capace di creare valore per l’intera filiera”.
Federico Varazi, Vicepresidente Slow Food Italia: “Con l’edizione 2026 della Slow Wine Fair vogliamo affermare con chiarezza che la qualità del vino non può essere separata dalla qualità del lavoro. Parlare di un vino “buono, pulito e giusto” significa assumersi una responsabilità politica verso i territori e le persone che li abitano. Oggi, in un sistema economico che premia la competizione al ribasso, non è accettabile che proprio l’agricoltura e la ristorazione, settori simbolo della nostra identità culturale, siano tra i più esposti allo sfruttamento lavorativo e al caporalato. Difendere il lavoro agricolo significa difendere le comunità rurali, garantire dignità ai lavoratori migranti, creare opportunità per i giovani e per le donne che vogliono costruire impresa nelle aree interne e nelle Terre Alte. Significa anche rivendicare un modello diverso di sviluppo, capace di generare ricchezza diffusa e non profitti concentrati in poche aziende. Ogni bottiglia di vino racconta tutto questo: il modo in cui si coltiva la vigna, le relazioni tra chi produce e chi lavora, la cura o l’abbandono dei territori. Per questo chiediamo a chi beve vino di compiere una scelta politica e culturale, non solo gastronomica. Perché giustizia sociale e ambientale non sono un elemento accessorio del vino: sono la sua sostanza”.
Giancarlo Gariglio, Coordinatore Slow Wine Coalition: “Giunti alla presentazione della quinta edizione della Slow Wine Fair, possiamo fare un primo punto sull’identità che la fiera sta assumendo. Per prima cosa la qualità altissima delle cantine coinvolte, selezionate sia dal punto di vista dei vini sia per le pratiche agricole ed enologiche impiegate. Altrettanto distintiva è la percentuale di realtà certificate biologiche, biodinamiche o in conversione, che oltrepassa il 60%. Questa grandissima omogeneità degli espositori fa sì che la Fair attiri ormai un parterre di operatori dell’Horeca italiana di alto livello – anche in forza del Premio carta vini terroir e spirito Slow che riscuote un successo sempre crescente sia come numero di candidati sia come premiati – e sia sempre più in crescita anche l’interesse da parte degli operatori stranieri che hanno compreso come stia accadendo qualcosa di importante a Bologna. Ma la Fair non è solo vino. Anche per le altre filiere il nostro impegno è volto all’eccellenza, come per la selezione di amari, per i roaster che portano alla Slow Wine Fair alcuni dei migliori caffè italiani e non solo, per l’offerta sia dei sidri sia degli spirits, in crescita anche quest’anno. Accanto all’unicità dei prodotti presentati, la Slow Wine Fair si distingue perché avvia il dibattito sui temi legati alla sostenibilità ambientale, alla tutela del paesaggio e alla giustizia sociale in ambito agricolo. E inoltre, avvicina un pubblico di appassionati giovani, proprio quel segmento di consumatori per pare essere meno vicino al consumo di vino, ma che forse ha solo bisogno di conoscere il prodotto da un punto di vista più affine alle loro idee”.
Brunella Saccone, ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha sottolineato l’avanguardia di temi e tendenze che fa emergere la Slow Wine Fair. Nelle quattro edizioni precedenti la manifestazione è cresciuta a livello di interesse internazionale, con un’attenzione da parte dei buyer sempre più significativa, perché a Bologna davvero si creano le condizioni per un momento di conoscenza concreto di piccole realtà che possiamo definire eroiche: piccolissime aziende, a cui la fiera di Bologna dà la possibilità di creare nuove connessioni commerciali.
I numeri dell’edizione 2025
Slow Wine Fair 2025, svoltasi lo scorso febbraio per la prima volta in contemporanea con SANA Food, aperta al pubblico nella giornata di domenica e con accesso riservato agli operatori lunedì e martedì, ha registrato 15.000 ingressi, con una crescita di oltre il 20% rispetto all’edizione precedente. La manifestazione ha visto la partecipazione di oltre 1000 cantine espositrici provenienti da tutte le regioni italiane e da 32 Paesi. Più di 750 le cantine certificate biologiche, biodinamiche o in conversione. I visitatori hanno potuto degustare 6.000 etichette, partecipare a 17 masterclass, seguire 21 conferenze, incontri e presentazioni in fiera e prendere parte a 58 degustazioni tra Mixology Lab, nell’area della Fiera dell’Amaro d’Italia, e negli spazi istituzionali. Sul fronte B2B, oltre 2.000 appuntamenti professionali hanno messo in contatto cantine e produttori di food specialties, con 300 buyer internazionali selezionati grazie alla collaborazione con ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione dell’autentico Made in Italy.